Il nuovo terremoto che ha colpito l’Afghanistan lascia dietro di sé una scia di devastazione. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno afghano, il bilancio provvisorio è di 622 morti e oltre 1500 feriti, con interi villaggi rasi al suolo e famiglie disperse. La provincia più colpita è quella di Kunar, dove «610 persone sono morte e 1.300 sono rimaste ferite», ha dichiarato il portavoce Abdul Mateen Qani. Altre 12 vittime e 255 feriti si registrano nella provincia di Nangarhar.

Soccorsi difficili e appello internazionale

I funzionari del governo talebano hanno lanciato un appello urgente alla comunità internazionale, sottolineando di avere risorse limitate. Le strade per raggiungere le aree montuose colpite sono state interrotte da frane e scosse di assestamento. Per questo Kabul chiede l’intervento di organizzazioni umanitarie e la disponibilità di elicotteri per raggiungere le comunità isolate. «Le nostre forze non bastano», ha spiegato il capo della polizia di Kunar alla Bbc, ribadendo la necessità di supporto immediato.

Un Paese fragile ai disastri naturali

L’Afghanistan è una delle aree più esposte al rischio sismico, trovandosi nella catena montuosa dell’Hindu Kush, punto di incontro tra le placche indiana ed euroasiatica. Negli ultimi anni il Paese è stato segnato da terremoti mortali. Nel 2023, un sisma di magnitudo 6,3 causò almeno 4.000 vittime secondo le stime talebane, mentre l’Onu parlò di circa 1500. Nel 2022, un terremoto di magnitudo 5,9 in provincia di Paktika fece più di mille morti. Nel 2015, un sisma di magnitudo 7,5 devastò Afghanistan e Pakistan, provocando oltre 380 vittime.