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Da oggi i francesi che hanno provato a collegarsi ai principali siti pornografici (Pornhub, YouPorn Redtube) si sono trovati davanti a una schermata fissa. Nessun video, ma una dichiarazione della società Aylo, che controlla i tre colossi del settore, e un’immagine del celebre dipinto di Eugène Delacroix, La Liberté guidant le peuple. Il messaggio è chiaro: l’azienda canadese sospende l’accesso ai propri contenuti per protesta contro la legge che impone la verifica dell’età degli utenti.
Lo scontro si consuma su un terreno tecnico e politico: la legge, varata nel 2020 e rafforzata nel 2023, prevede il caricamento di un documento d’identità o di un sistema di verifica anonima per garantire che l’utente sia effettivamente maggiorenne. Aylo, da parte sua considera queste misure invasive, inefficaci e sproporzionate, in sostanza una minaccia alla privacy degli utenti. Proponendo al contrario di affidarsi a una verifica alla radice, ovvero integrata nei dispositivi, come già permetterebbero i sistemi operativi di Apple, Google e Microsoft.
Clara Chappaz, ministra delegata al Digitale, ha dichiarato che l’obiettivo non è stigmatizzare i contenuti per adulti, ma proteggere i minori. «Se Aylo vuole uscire dal mercato francese invece di rispettare le regole, è una loro scelta», ha tagliato corto. Più netta la ministra della parità di genere Aurore Bergé: «Meno contenuti sessualmente espliciti e degradanti accessibili ai minori? Meglio così». Dietro questa battaglia normativa c’è una realtà ormai consolidata. Secondo l’Autorità francese per la comunicazione audiovisiva e digitale (Arcom), nel 2022 circa 2,3 milioni di minorenni – il 30% della popolazione under 18 – ha visitato regolarmente siti pornografici. Una percentuale quasi pari a quella degli adulti (36%). Ogni giorno, il 10% degli utenti francesi, di tutte le età, si collega a un sito pornografico.
In particolare, i dati mostrano un alto coinvolgimento tra i giovanissimi. A partire dai 12 anni, più della metà dei ragazzi consulta più o meno abitualmente siti porno (51% tra i 12-13enni, 59% tra i 14-15enni, 65% tra i 16-17enni). La presenza delle ragazze è inferiore, con percentuali comprese tra il 27 e il 31%. L’accesso precoce, in crescita del 36% negli ultimi cinque anni, alimenta il dibattito sulla necessità di strumenti più efficaci di controllo dell’età.
Al centro della questione non c’è un giudizio sui contenuti in sé, ma sul modo in cui sono fruiti, soprattutto da parte dei minori. Non tutta la pornografia è problematica: esiste un’ampia gamma di produzioni legali e consensuali, rivolte a un pubblico adulto e consapevole. Tuttavia, il contesto francese ha visto emergere anche criticità gravi. Il rapporto parlamentare “Porno: l’enfer du décor”, pubblicato nel 2022, ha documentato inchieste giudiziarie aperte contro produttori e siti per presunte violenze, abusi o coercizioni nei confronti di alcune attrici di fatto ridotte a schiave sessuali.
Anche a livello globale, i numeri della pornosfera francese sono imponenti. Nel 2019, secondo il Senato il 27% del traffico video online era composto da contenuti pornografici. Almeno cinque siti per adulti compaiono tra i cinquanta più visitati, quattro dei quali tra i primi venticinque. Il Paese è il quarto consumatore di pornografia al mondo, e il primo in Europa.
La decisione di Aylo – che coinvolge tre tra i maggiori siti a livello internazionale – rappresenta un gesto politico oltre che commerciale. È raro che una piattaforma globale scelga di auto-escludersi da un mercato importante come è quello francese. Ma è anche un segnale: il tema della regolamentazione della pornografia online si muove in un’area grigia, dove la libertà digitale, la protezione dei minori e la tutela della privacy si scontrano e si sovrappongono.
Nel frattempo, il governo transalpino punta a costruire un sistema stabile di verifica, che potrebbe fare scuola in Europa. Ma la sfida, come spesso accade nel mondo digitale, è anche tecnologica: trovare soluzioni che siano al tempo stesso efficaci, rispettose della privacy e non intrusive. Il punto d’equilibrio resta ancora tutto da definire.