Il sì del Parlamento c’è. Ora la controversa legge francese sull’immigrazione, approvata martedì dalle due camere, dovrà passare per le mani della Corte costituzionale per proseguire il tuo iter: dopo il parere dei giudici, il presidente Emmanuel Macron dovrà promulgarla entro 15 giorni e successivamente il testo sarà pubblicato in gazzetta ufficiale.

Ma il percorso si annuncia tortuoso: acclamata da una parte della maggioranza presidenziale, dalle forze di destra ed estrema destra, la norma è invece fortemente criticata da tutte le forze di sinistra, da Ong e difensori dei diritti umani che la definiscono «una vergogna assoluta». E ora l’opposizione sta valutando la possibilità di chiedere l’organizzazione di un referendum d’iniziativa popolare al quale sottoporre la legge, a patto che un decimo degli elettori - 4,8 milioni di francesi - sostengano la procedura. A guidare il malcontento il ministro della Salute Aurélien Rousseau, che ha rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro il ritiro dell’assistenza medica ai migranti privi di documenti. Rousseau sarà temporaneamente sostituito da Agnès Firmin-Le Bodo, già ministra dell’Organizzazione territoriale e delle Professioni sanitarie. Mentre il capo dell’Eliseo tira dritto e difende la legge parlando in serata su France 5, ospite del programma “C à Vous”. L’obiettivo è calmare le acque, dopo la tempesta politica che ha spaccato la sua maggioranza: ora Macron dovrà fronteggiare il fronte a sinistra del suo partito centrista, Renaissance, che appare turbato da quella che suona come un’alleanza di fatto con Le Pen sull’immigrazione, attraverso un testo che inasprisce notevolmente le condizioni di accoglienza degli stranieri nel Paese.

«È il frutto di un compromesso», ha detto Macron facendo riferimento all’appoggio dato da Le Pen e dai Repubblicani, lo «scudo» che mancava alla Francia. Il voto definitivo è arrivato in piena notte: il testo è stato approvato con i voti del blocco macronista, quelli dei conservatori di Les Republicains (LR) e quelli dell’estrema destra di Rassemblement National (RN); contraria la coalizione di sinistra Nupes. Ma 59 deputati della maggioranza hanno votato contro o si sono astenuti.