«Smettila di minacciare l'Ordine degli avvocati di Istanbul con il tuo bullismo di tipo mafioso. Risparmia il fiato perché non puoi reprimere il grido di giustizia di milioni di persone, qualunque cosa tu faccia». Anche da un letto d’ospedale, debilitato e in condizioni critiche dopo 222 giorni di digiuno, l'avvocato Aytaç Ünsal ha deciso di mandare avanti la sua battaglia. E lo ha fatto rispondendo duramente alle dichiarazioni del ministro dell’Interno turco, Süleyman Soylu, che ha minacciato di denunciare chiunque ricordasse, esponendo la sua foto, l’avvocato Ebru Timtik, morta dopo 238 giorni di sciopero della fame per ottenere un processo equo.

Parole che Ünsal ha ascoltato dal letto d’ospedale dove si trova sorvegliato a vista, senza ventilazione e con le luci costantemente accese, in condizioni addirittura peggiori del carcere. Soylu ha definito indegni di rappresentare i valori della Turchia gli avvocati che hanno appeso la foto di Timtik sulla facciata della sede dell’Ordine di Istanbul, definendola una terrorista. Affermazioni che, secondo Ünsal, tradiscono la paura del ministro dell’Interno.

«Se questa è la verità, allora perché eri così agitato? scrive -. Perché avevi tanta paura anche solo di un funerale? Perché hai spruzzato gas e acqua su quelli che hanno partecipato? Se l'avvocato Ebru Timtik non avesse avuto niente a che fare con questa terra, allora, nessuno avrebbe partecipato al suo funerale. Perché non hai reso il funerale libero?».

Anche l'avvocato Barkin Timtik, sorella di Ebru, si trova in prigione e si è vista impedire la partecipazione al funerale, mentre i genitori di Ünsal, afferma, vivono come prigionieri con lui in ospedale da settimane.

Ünsal insiste e dà ragione a Soylu su una cosa: Timtik, afferma, le persone di legge e l’ordine di Istanbul non hanno nulla a che fare con i valori rappresentati dal governo guidato da Recep Tayyip Erdogan c, on le atrocità, le bugie, il terrore.

Perché rappresentano la lotta per la giustizia e la verità. «Stai mentendo apertamente per sopprimere quelli che protestano per vendicarla. È vero, non hanno niente a che fare con l'essere bugiardi. Non hanno niente a che fare con l'essere cospiratori», continua. E «non importa quanto tu sia fisicamente forte oggi, in realtà siete in pochi. Ne sono consapevole, sei in preda al panico per questo». Per Ünsal, ieri, l’attivista per i diritti umani e membro del Partito democratico del popolo, Kocaeli Ömer Faruk Gergerlioglu h, a chiesto un «incontro urgente» alla Commissione d'inchiesta sui diritti umani della Grande assemblea nazionale turca, ricordando come l’avvocato, così come la collega Timtik, siano rimasti in carcere nonostante, secondo il rapporto dell'Istituto di medicina legale, le loro condizioni non fossero compatibili con la detenzione.

Secondo il rapporto del medico, Ünsal sarebbe in pericolo di vita: non riesce a dormire regolarmente a causa dell'ingresso dei gendarmi, le sue gambe sono doloranti e le braccia insensibili, mentre iniziano ad apparire piaghe sul suo corpo. «Il primo dovere dello Stato è quello di mantenere in vita i suoi cittadini - ha ricordato Gergerlioglu -. I doveri di cui all'articolo 4 della legge numero 3686 sulla Commissione investigativa sui diritti umani della Grande assemblea nazionale turca richiedono che la Commissione d'inchiesta prenda una posizione a favore dei diritti umani. Non può ignorare la situazione degli avvocati».