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Associated Press/LaPresse
Il comandante ribelle di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Hassan Abdul Ghani, ha affermato che i suoi combattenti si stanno dirigendo verso Damasco, e ha lanciato un avvertimento all’esercito e al ministro della Difesa siriano. «Stiamo andando verso Damasco», dice in un video condiviso sul social X. «Esortiamo vivamente i restanti soldati del regime e il ministro della Difesa a esprimere il loro dissenso», ha affermato Adbul Ghani, aggiungendo: «Stiamo arrivando». Il regime di Assad sembra ormai giunto alla fine, dato le voci che lo vogliono in fuga insieme alla famiglia.
I gruppi di opposizione siriani hanno preso il controllo di oltre l’80% della provincia di Daraa, dove sono avanzate in decine di paesi, villaggi e città, tra cui Base Al-Harir Town, Nawa City, Inkhil City e Mahja Town, dopo che le forze del regime si sono ritirate dai posti di blocco e dai quartieri generali militari e sono state assediate a Daraa Al-Balad e nelle città di Ezraè e Al-Sanmin. Lo rendono noto i media locali. Non sono state segnalate vittime.
E' di 28 morti, tra cui otto bambini, il bilancio degli attacchi delle ultime ore in diverse aree della Siria, nell'ambito dell'offensiva di gruppi di jihadisti e insorti contro il regime di Damasco. Lo ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui la maggior parte delle vittime è stata registrata nella regione di Homs, dove venti persone, tra cui cinque bambini, sono morte in seguito a «bombardamenti di artiglieria lanciati dalle forze del regime contro varie località della zona rurale a nord». Altri quattro civili, una donna e tre bambini, sono morti a Daraa, nel sud della Siria, dove sono entrati ieri sera gli insorti. Una vittima si registra negli scontri tra i militanti e le forze del regime nella città di Nawa, riferisce ancora la ong con sede a Londra, mentre altri tre civili, tra cui una donna, sono morti nei bombardamenti delle forze filoturche nel nord del Paese.
La situazione della sicurezza in Siria «continua a essere volatile e imprevedibile, con scontri attivi tra gruppi armati in tutto il Paese». Per questo motivo il Dipartimento di Stato «esorta i cittadini statunitensi a lasciare la Siria ora, mentre a Damasco restano disponibili opzioni commerciali. I cittadini statunitensi che scelgono di non lasciare la Siria o non sono in grado di farlo dovrebbero preparare piani di emergenza per situazioni di emergenza ed essere pronti a rifugiarsi sul posto per lunghi periodi. L’aeroporto internazionale di Aleppo è chiuso», si legge sul sito dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Siria.