Nel 2021, a seguito delle sentenze di condanna da parte della Corte Europea di Strasburgo (Cedu), l’Italia ha versato 3.190.110 euro. Per il rispetto dei termini del versamento degli indennizzi, in 30 casi l’Italia ha rispettato i termini, mentre in 24 casi ( 16 nel 2020) l’Italia ha superato la scadenza. Parliamo del rapporto annuale pubblicato dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sullo stato dell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte degli Stati, che costituisce una fase essenziale per garantire l’effettiva attuazione dei diritti convenzionali.

Per quanto riguarda i dati complessivi, nel 2021 sono arrivati sul tavolo del Comitato 1.379 sentenze a fronte delle 983 del 2020; risultano pendenti 5.533 casi ( 5.233 nel 2020); 1.122 i casi chiusi ( 983 nel 2020). L’Italia è stata al centro di 59 casi pendenti (superando addirittura la Moldova a quota 52), preceduta dalla Russia (267), dall’Ucraina (196), dalla Turchia (106), dalla Romania  104) e dalla Serbia (69). Nei confronti dell’Italia sono stati chiusi 73 casi. Tra i casi più importanti chiusi dal Comitato, anche alcune sentenze italiane come quella Khlaifia e altri contro Italia relativa alle condizioni in cui versano i migranti sottoposti alla detenzione amministrativa nei centri di accoglienza. Chiusa nel 2021 anche la vicenda relativa alla sentenza M. C. e altri sugli indennizzi dovute a malattie causate da trasfusioni di sangue contaminato.

A sorpresa una nota positiva sulle lungaggini dei processi. Il Comitato valuta positivamente quelli relativamente ai procedimenti penali in Italia. Ha preso nota dei dati statistici fino al 2020, confermando in generale la situazione positiva precedentemente osservata per quanto riguarda la durata media dei procedimenti penali e la liquidazione dell'arretrato di cause penali avanti la Corte di Cassazione. Il Comitato dei ministri del consiglio europeo ha sottolineato l'importanza fondamentale di garantire che queste tendenze positive siano ulteriormente consolidate e che ulteriori progressi siano volti allo snellimento del procedimento dinanzi alle corti d'appello. Ha invitato le autorità a continuare a monitorare da vicino la situazione e fornire a valutazione dettagliata dei risultati raggiunti.

Da ricordare che anche la Russia è soggetto all’esecuzione delle sentenze Cedu. Il 25 febbraio 2022, il Comitato dei Ministri ha deciso di sospendere i diritti di rappresentanza della Federazione russa nel Consiglio d'Europa a causa dell'attacco armato sferrato contro l'Ucraina. La Russia però rimane membro del Consiglio d'Europa nonché parte della Cedu, e resta soggetta all'obbligo di attuare le sentenze della Corte EDU. Pertanto, la Risoluzione adottata dal Comitato dei Ministri il 2 marzo 2022 scorso, stabilisce che la Federazione russa continui a partecipare alle riunioni del Comitato sull'esecuzione delle sentenze della Corte al fine di fornire e ricevere informazioni sulle sentenze di cui è parte e senza diritto di voto o di partecipazione all'adozione delle decisioni.