Guai a chi tocca la Corsica, questo vale per tutti, ma specialmente per chi ha intenzione di compiere sanguinosi attentati contro la popolazione. Il movimento clandestino indipendentista corso (Flnc) ha lanciato ieri un minaccioso monito agli «islamisti radicali» presenti nell' "isola verde". Un comunicato ufficiale pubblicato sulle colonne di Corse Matin in cui mettono in guardia i jihadisti o gli aspiranti tali: «La volontà dei salafiti è chiaramente quella di esportare da noi la politica dello Stato Islamico (Isis). È bene che sappiano che siamo pronti e che la nostra risposta sarà determinata e senza pietà. La vostra filosfia medievale non ci fa paura, la paura alberga solo negli spiriti deboli e il popolo corso è forte delle sue scelte politiche che lo hanno sempre tenuto lontano dalla barbarie». Affermando che «lo scorso giugno il Flnc ha permesso di sventare un attentato» gli indipendentisti si rivolgono a tutti i musulmani che vivono in Corsica, invitandoli ad impegnarsi nella lotta all'estremismo: «Da più di mezzo secolo vivete con noi e condividete con noi il vostro destino; ora dobbiamo resistere insieme contro il fanatismo islamista sanguinario, questo non significa che dovete rinunciare alla vostra religione, al contrario vi invitiamo a prendere posizione, a manifestare con noi e a segnalare le derive radicali nei giovani marginalizzati, perché l'Isis possiamo batterlo solo se saremo uniti, perché il Flnc non è un rifugio di frustrati xenofobi o per le ideologie fascistoidi».Naturalmente ce n'è anche per l'odiato Stato francese, ritenuto responsabile a causa della sua politica estera dissennata e «imperialista» dell'ondata di jihadismo che sta colpendo la patria dei diritti dell'uomo: «Dopo la guerra contro la Libia di Gheddafi, la gestione caotica della crisi libica, senza dimenticare il l'Afghanistan e il Mali, bisognava aspettarsi queste ricadute: la Francia deve mettere fine alla sua propensione a intervenire militarmente e a dare lezioni di democrazia al mondo intero: se un dramma dovesse colpircia, lo Stato sarà il principale responsabile poiché conosce perfettamente i nomi dei salafiti che vivono in Corsica».