LO SCONTRO DOPO LA SPARATORIA IN CENTRO

«Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani? Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza». Firmato: Luigi de Magistris. Continua lo scontro a distanza tra il sindaco di Napoli e lo scrittore sotto scorta. Questa volta, a scatenare l’ira dell’ex pm sono state le parole pronunciate dall’autore di Gomorra all’indomani della sparatoria nel centro del capoluogo campano che ha portato al ferimento di una bambina di dieci anni. «Questa città non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore diventa connivenza», aveva dichiarato Saviano in un’intervista a Repubblica il 5 gennaio.

«SAVIANO SPECULA» Per il primo cittadino è stata la scintilla che ha fatto deflagrare la polemica. «Caro Saviano, ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più», risponde a muso duro su Facebook de Magistris, che poi affonda: «Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità. Più si spara, più cresce la tua impresa. Se utilizzassi le tue categorie mentali dovrei pensare che tu auspichi l’invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente non accumulare tanti denari».

Il sindaco prova dunque a girare il coltello nelle piaghe di Saviano, attaccando lo scrittore con le stesse argomentazioni utilizzate da una parte dell’opinione pubblica napoletana, che però presenta delle tristi analogie con la propaganda criminale casertana. E per allontanare da sé questo paragone, de Magistris rammenta all’autore la sua carriera di magistrato specializzato nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, un impegno che gli sarebbe costato «prezzi alti, altissimi». Poi il primo cittadino compila un lungo elenco di esempi che avrebbero trasformato il volto della città negli ultimi anni - eventi culturali, turismo, movimenti giovanili - che però Saviano preferirebbe non vedere e non raccontare per non sminuire il suo ruolo di intellettuale anti camorra. «Vuoi vedere che Saviano è, alla fin fine, un grande produttore economico? Se Napoli e i napoletani cambiano la storia, la pseudo- storia di Saviano perde di valore economico», prosegue l’ex pm di “Why Not”.

«LUI È DEL VOMERO»

La controreplica dello scrittore non si fa attendere. «Il sindaco De Magistris si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è per questo che è un populista», scrive Saviano sul social network di Zuckerberg. «Napoli 4 gennaio 2017: due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città. Ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà», continua. «Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli». Per Saviano, in realtà, de Magistris si vergogna della sua città: «Al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite». La realtà di Napoli, dice lo scrittore, sono i «killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro», ma il primo cittadino preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto. Un atteggiamento che per Saviano non potrà durare a lungo. Perché «quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla».

L’EX PM: «LO SCRITTORE FA I SOLDI SULLA PELLE DEI NAPOLETANI, PARLANDO DI CAMORRA».

L’AUTORE: «IL PRIMO CITTADINO È UN POPULISTA CHE NASCONDE LA VERITÀ»