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La morte di Asra Panahi, una ragazzina iraniana di appena 16 anni, è solo l’ultimo bestiale episodio della feroce repressione con cui il regime degli ayatollah sta rispondendo alle proteste di piazza che da settimane dilagano nel paese a seguito della morte di un’altra giovane Mahsa Amini, arrestata dalla polizia religiosa perché indossava il velo scorrettamente e deceduta in circostanze misteriose tre giorni dopo.
Stavolta però l’orrore ha oltrepassato un ulteriore limite come racconta e denuncia su Telegram il Consiglio di coordinamento dei sindacati degli insegnanti. La ragazzina sarebbe infatti stata picchiata a morte mentre era in classe nel liceo Shahed di Ardabil, nel nord- ovest dell’Iran. Si era rifiutata di cantare un inno nazionalista che inneggia alla Repubblica islamica, così alcuni dirigenti scolastici hanno chiamato la polizia. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella scuola e hanno iniziato a picchiare Panahi assieme ad altre sue compagne di classe che, tra le altre cose, si erano tolte il velo in segno di protesta.
Secondo la fonte, diverse ragazze sono state ricoverate in ospedale a seguito del blitz e alcune di loro sono state arrestate. Asra sarebbe morta per le ferite riportate durante l’arresto. Le autorità iraniane hanno naturalmente negato ogni responsabilità mettendo in scena un misero teatrino: un uomo, identificato come lo zio della 16enne, è apparso sulla tv di Stato affermando che la nipote sarebbe morta per una patologia cardiaca congenita. Poco prima però il sindaco di Ardabil aveva parlato di «probabile suicidio». Una macabra farsa.
Ma alcuni video che da ieri circolano in rete mostrano tutt’altra realtà con i familiari delle ragazze arrestate che si sono radunati davanti il liceo gridando slogano contro la guida suprema Khasmenei: «Morte al dittatore», il più gettonato. Se sono oltre duecento le vittime ufficiali tra i e le manifestanti che fin qui hanno alle manifestazioni anti- governative, molte di loro sono minorenni. Secondo le stime dell’ong con sede a Oslo Iran Human Rights finora sono 215, tra cui 27 minorenni, le persone morte nella brutale repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza.