Si chiama «Scudo d'Eufrate» l'operazione lanciata la notte scorsa dalle forze armate turche, contro gli jihadisti dell'Isis. L'attacco è stato portato da circa 5mila ribelli siriani, che hanno avanzato verso Jarabulus scortati da una colonna di 20 carroarmati e altrettanti veicoli blindati. Nelle prime ore della mattinata di ieri, gli F-16 turchi sono entrati per la prima volta nello spazio aereo siriano, facendo partire un raid che ha colpito 63 obiettivi. L'artiglieria via terra, invece, ha centrato 70 avamposti dell'Isis. Nel pomeriggio, i ribelli del gruppo Faylaq al-Sham sono entrati nei quartieri settentrionali e hanno preso il controllo totale della città: «Jarabulus è stata completamente liberata dalle bande dei terroristi di Daesh», hanno annunciato in un comunicato.In meno di 12 ore, è stato raggiunto l'obiettivo annunciato dal presidente Tayyp Erdogan: la «liberazione» di questa cittadina della provincia di Aleppo, stretta a nord-ovest dalle rive dell'Eufrate e dal confine turco, che dal luglio 2013 era controllata dalle milizie jihadiste dell'Isis ed è stata teatro di violenti scontri con i guerriglieri curdi, che hanno tentato di liberarla. «Scudo d'Eufrate», però, punta a un duplice obiettivo: «ripulire il distretto di Jarabulus dalla presenza di elementi dell'organizzazione terroristica Daesh», ma anche - e forse soprattutto - frenare l'avanzata verso il confine turco delle forze curde del YPG, una milizia in stretti rapporti con il PKK e bollata come gruppo terroristico dal governo di Ankara.L'operazione, che il vice premier turco Numan Kurtulmus ha anticipato sarà «breve e basata sui risultati», ha provocato le accuse dei curdi siriani, che godono dell'appoggio degli Stati Uniti: «E' una dichiarazione di guerra, l'intervento turco è una violazione della sovranità siriana. Le postazioni colpite erano delle Fds (Forze democratiche della Siria) ». Dure critiche si sono levate anche dai partiti filo-curdi in Parlamento: «Non si tratta di un'operazione contro l'Isis, ma di un'occupazione fatta per impedire che il YPG realizzi uno stato curdo, come è nel suo diritto», hanno scritto i rappresentanti dell'Hdp. La missione «Scudo dell'Eufrate», infatti, punterebbe a impedire alle forze curde di conquistare la città e aprire un altro fronte caldo. Il governo di Ankara, infatti, vorrebbe impedire che i curdi siriani creino uno stato autonomo al confine, riaccendendo le spinte separatiste che già serpeggiano nella minoranza curda in Turchia.