Poco prima delle sei di questa mattina (le quattro in Italia), Vladimir Putin è tornato a parlare in televisione per annunciare di «aver deciso di lanciare una operazione militare speciale» in Ucraina. Chiede ai soldati ucraini «di deporre le armi e tornare a casa» e la «demilitarizzazione e denazificazione» del Paese. Non ha ancora finito di parlare che le prime esplosioni si registrano a Odessa, Kharkiv, Kramatorsk, Mariupol e Kiev. Il Presidente ucraino Volodymir Zelensky dichiara la legge marziale. Verso le nove arrivano le notizie delle prime vittime. Alle dieci, unità militari con i carri armati entrano in Ucraina da diverse direzioni, dalla Russia, dalla Bielorussia e dalla Crimea. Le milizie del Donbass avanzano oltre la Linea di contatto e guadagnano terreno. Un attacco alla Russia porterebbe a gravi conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore, ha avvertito subito il presidente russo nel suo discorso. «Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e a terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore», ha sottolineato. Aggiungendo che «coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico». «Hanno davvero grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Lo sappiamo e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, così come la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente», ha continuato. «Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna, anche dopo il crollo dell’Urss e la perdita di una parte significativa del suo potenziale, è oggi una delle più potenti potenze nucleari del mondo ed è in vantaggio in numerosi degli ultimi tipi di armi», ha assicurato Putin. Il discorso di Putin, fatto nella stessa location del discorso alla nazione di lunedì scorso, va in onda sulla televisione pubblica proprio mentre si riunisce il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Un discorso molto duro, in cui il leader russo ha invitato i soldati ucraini a deporre le armi e ha minacciato di agire contro i paesi che decidessero di intromettersi. «Padri, nonni e bisnonni non hanno combattuto contro il nazismo per servire la giunta antipopolare oggi. Deponete le armi e potrete tornare a casa in sicurezza. Ogni responsabilità dello spargimento di sangue ricadrà sul regime di Kiev». L'obiettivo, ha spiegato, è «difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev». «Ci impegneremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina. E anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa». «Le nostre azioni sono un'autodifesa contro le minacce. Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto alla Russia porterà alla sconfitta e alle terribili conseguenze per un potenziale aggressore. Non imponiamo nulla a nessuno con la forza. La libertà è al centro della nostra politica». Quindi la minaccia di ritorsioni in risposta ad eventuali interferenze esterne: «Siamo pronti a tutto. Per tutti coloro che dall'esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato. La politica dell'impero della menzogna si basa sulla forza bruta e sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. La sicurezza della patria sarà garantita in modo affidabile. Gli eventi di oggi non sono legati ad attaccare gli interessi dell'Ucraina e il popolo ucraino. Riguardano la difesa degli interessi della Russia stessa contro coloro che hanno preso l'Ucraina in ostaggio e che cercando di usarla contro il nostro Paese e il nostro popolo». Putin ha detto di aver dato il via all’operazione militare, che non prevede, ha specificato, una «occupazione» dell’Ucraina, in risposta a una richiesta di assistenza dalle autorità di governo delle auto proclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk per respingere l’aggressione militare di Kiev. La Russia interviene per «demilitarizzare e denazificare» l’Ucraina. Lo scopo dell’intervento è quello di «proteggere le popolazioni che per otto anni sono state sottoposte a umiliazioni e genocidio da parte del regime di Kiev. Per questo vogliamo la demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina e chiediamo anche di portare alla giustizia coloro che si sono macchiati di crimini sanguinari contro civili pacifici, inclusi cittadini russi», ha sostenuto. «I militari ucraini che accetteranno di deporre le armi saranno liberi di lasciare il fronte per fare ritorno alle loro famiglie», ha aggiunto Putin precisando che la responsabilità per quello che si prevede sarà uno spargimento di sangue «ricadrà interamente sul regime al potere in Ucraina».

L'offensiva

L’invasione russa dell’Ucraina è iniziata alle 4 di mattina italiane  come una «operazione militare speciale» per «demilitarizzare» e «denazificare» la nazione confinante. Secondo le informazioni, non sempre verificabili, che giungono dal terreno l’attacco di Mosca si starebbe svolgendo su tre fronti, da Sud, Nord ed Est. Le guardie di frontiera ucraine riferiscono che le forze di terra sono già entrate nella regione della capitale Kiev, dove sono suonate le sirene antiaeree e la popolazione si è rifugiata nei bunker e nella metropolitana. L’offensiva è iniziata con un’ondata di missili da crociera, colpi d’artiglieria e bombardamenti aerei che hanno colpito postazioni di confine e infrastrutture militari, tra cui le basi aeree. Esplosioni sono state udite in numerose città ucraine: da Odessa alla capitale Kiev, da Kharkiv a Dnipro. A Mariupol, parte del territorio del Donbass ancora controllato da Kiev, sarebbe già in corso l’invasione di terra: Reuters ha diffuso immagini che mostrano carri armati russi nella: strategica città portuale sul Mare d’Azov.  L’entità delle operazioni russe non èancora del tutto chiara. Putin ha affermato che non intende occupare il territorio del Paese e, a tre ore dall’inizio dell’attacco, il ministero della Difesa russo ha affermato di aver «neutralizzato» le difese aeree ucraine. La maggior parte dei bombardamenti sono concentrati nell’Est, dove si trovano le aree controllate dai separatisti, i quali, un paio d’ore dopo l’inizio dei bombardamenti russi, hanno attaccato le posizioni dell’esercito ucraino ai confini delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Sono stati, però, riportati attacchi aerei anche a Ovest, su Lutsk, Kherson e Ivano-Frankivsk, vicino al confine polacco. Lo spazio aereo è stato chiuso nel Nord Est ed è stato sospeso tutto il traffico aereo civile all’interno del Paese. Secondo quanto riferito da fonti ucraine, le truppe russe stanno entrando nel Paese da tre direzioni: a Nord dall’avamposto di frontiera di Senkivka, ovvero dalla Bielorussia; a Est, in direzione di Kharkiv; a Sud, dalla Crimea. Non è al momento possibile stabilire con chiarezza quanto l’esercito russo sia entrato in profondità nel territorio ucraino. Le informazioni su uno sbarco anfibio a Odessa sono state smentite da alcune fonti ucraine. Nella città portuale sul Mar Nero sono stati registrati 18 morti per un attacco missilistico. Altre sei vittime sono state segnalate dalle autorità locali a Brovary, vicino Kiev.