PHOTO
Il corpo di Mohammed Sinwar, alto comandante di Hamas, è stato ritrovato in un tunnel a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Con lui, i cadaveri di dieci suoi collaboratori. Lo confermano fonti locali e il canale saudita Al-Hadath.
Sinwar era stato colpito martedì 13 maggio durante un raid israeliano. L'attacco ha centrato un centro di comando sotterraneo di Hamas, situato sotto l'ospedale europeo di Khan Yunis. Secondo l'esercito israeliano, l'obiettivo era proprio il comandante.
Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, aveva inizialmente parlato di 16 morti e oltre 70 feriti. Non aveva però confermato la presenza di Sinwar tra le vittime.
Mohammed Sinwar era il fratello minore di Yahya Sinwar, ex leader di Hamas a Gaza, ucciso dalle forze israeliane nell'ottobre scorso. Dopo l'eliminazione di Mohammed Deif, altro leader militare del gruppo, Sinwar aveva assunto la guida dell'ala armata dell'organizzazione. Con la morte del fratello Yahya, era diventato il nuovo capo de facto di Hamas nella Striscia.
Nel raid è stato ucciso anche Mohammad Shabana, comandante della Brigata Rafah, una delle formazioni armate di Hamas.
La morte di Sinwar rappresenta un colpo significativo per la leadership militare di Hamas. Da mesi, le IDF (Forze di Difesa Israeliane) conducono operazioni mirate contro i vertici dell'organizzazione.
Nelle ultime ore è stata confermata anche la morte di un altro membro della famiglia Sinwar. Zakaria Sinwar, fratello di Yahya e Mohammed, è stato ucciso ieri sera in un attacco aereo a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Zakaria, secondo fonti locali rilanciate dai media israeliani, si trovava in una tenda colpita da un missile. Con lui sono morti anche tre dei suoi figli. In passato aveva lavorato come docente presso l'Università islamica di Gaza.
La conferma del ritrovamento del corpo di Mohammed Sinwar è arrivata poche ore prima. Secondo fonti arabe, sarebbe stato ucciso nel raid aereo della scorsa settimana. Il suo corpo è stato trovato all'interno di un tunnel usato sotterraneo dai miliziani.
Intanto, sul piano diplomatico, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele è pronto a fermare la guerra, ma solo a precise condizioni. «Hamas deve lasciare la Striscia», si legge in una nota ufficiale del suo ufficio.
A Doha proseguono i negoziati. La squadra israeliana, si legge nel comunicato, «sta cercando di esaurire ogni possibilità di accordo», sia secondo il piano Witkoff sia nell'ottica di un cessate il fuoco definitivo.
L'eventuale intesa includerebbe tre punti chiave: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, l'esilio dei dirigenti di Hamas e il completo disarmo della Striscia di Gaza.
Il conflitto tra Israele e Hamas prosegue da oltre sette mesi. Le operazioni militari si sono intensificate negli ultimi giorni, con nuovi attacchi aerei e combattimenti a sud, soprattutto nelle aree di Rafah e Khan Yunis.
Secondo fonti umanitarie, la situazione nella Striscia resta drammatica. Migliaia di civili sono in fuga dalle zone sotto assedio. La crisi umanitaria si aggrava, mentre la guerra continua a colpire la popolazione, tra blackout, mancanza di cibo e ospedali al collasso.
Le morti di Mohammed e Zakaria Sinwar segnano un nuovo punto nella campagna militare israeliana per colpire la leadership di Hamas. Ma la fine del conflitto resta ancora lontana.