Le truppe russe si stanno riversando in Ucraina, con una grande colonna di veicoli militari che si dirige verso l’Est: una colonna di mezzi è stata localizzata nei pressi di Matveev Kurgan, nella regione russa di Rostov, diretta a Nord Ovest, verso il territorio del Donbass. Sarebbe l’equipaggiamento militare che servirà a rafforzare la presenza militare nella regione, in vista di quella che si preannuncia come la battaglia finale. L’Ucraina ritiene che la Russia amplierà la sua offensiva proprio questa settimana nella regione delle autoproclamate repubbliche separatiste; Putin ha definito quanto sta accadendo una «tragedia» ma «inevitabile» considerato che l’obiettivo «nobile» è la protezione delle persone che vi abitano. L’obiettivo di Mosca è avviare una grande offensiva che conduca al controllo totale delle due oblast. Fonti del Pentagono ritengono che servirà «tempo considerevole» per poter avviare l’operazione ma, secondo il governo di Kiev, l’attacco «è già iniziato». Intanto si indaga sul possibile uso di armi chimiche a Mariupol. Il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar, ha affermato che le forze russe potrebbero aver utilizzato «munizioni al fosforo» nella città portuale e che le le autorità di Kiev stanno indagando le informazioni non verificate. Eduard Basurin, portavoce delle milizie separatiste del Donetsk, ha smentito a Interfax l’utilizzo di armi chimiche a Mariupol. In precedenza Andriy Biletsky, comandante del reggimento Azov, aveva sostenuto che un drone russo ieri avesse lanciato una sostanza sconosciuta sui civili di Mariupol e che tre persone avessero riportato segni di avvelenamento chimico, seppure senza «conseguenze disastrose». Intanto comincia ad aumentare il numero di persone che tornano in Ucraina dall’estero: è balzato a circa 30.000 al giorno. E se nei primi giorni di guerra erano per la maggior parte uomini quelli che tornavano in Ucraina, ora ci sono più donne, anziani e bambini. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che oltre 4,3 milioni di rifugiati siano fuggiti dal paese dopo lo scoppio della guerra, con circa 7,1 milioni di sfollati interni.

Zelensky: "l'Ue rinunci al gas, o Mosca non si fermerà"

L’assenza di un blocco totale delle importazioni europee di gas russo mostrerebbe che non c’è una volontà comune in Europa di fermare l’invasione dell’Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un discorso via video al Parlamento ucraino. «Se hanno iniziato a discutere di petrolio solo per il sesto pacchetto di sanzioni, significa che il mondo non è a conoscenza della guerra per la quale la Russia si stava preparando», ha detto Zelensky, «se non c’è ancora una chiara certezza sul gas russo, allora non può esserci certezza che ci sia una volontà comune in Europa per fermare i crimini di guerra russi, per costringere la Russia alla pace». «Se ci sono grandi aziende europee e grandi banche europee che anche nel mezzo delle ostilità in Ucraina non ritengono necessario ritirarsi dal mercato russo, significa che tutte le altre aziende lo prenderanno come un segnale per "aspettare" e poi poter lavorare», ha aggiunto Zelensky. «L’Unione Europea sta già discutendo il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra e non è ancora noto se il petrolio sarà soggetto a sanzioni», ha proseguito Zelensky nel suo discorso al Parlamento lituano, «anche dopo aver assistito a omicidi di massa a Bucha e in altre città, alcuni Paesi dell’ Ue non sono ancora in grado di decidere quando limiteranno almeno in modo significativo l’acquisto di beni energetici russi». «Centinaia di società e banche europee non solo non si sono ancora rifiutate di lavorare sul mercato russo, ma mostrano anche un palese disprezzo per le richieste di interrompere il finanziamento della macchina militare russa con le loro tasse e accise», ha detto ancora il presidente ucraino.

Putin: "Da Lukashenko le prove che Bucha è un falso"

Kiev «ha spinto i negoziati in un vicolo cieco e fino a quando non ci saranno negoziati accettabili l’operazione andrà avanti». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, dopo i colloqui con il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko. Putin ha poi riferito che Lukashenko gli ha fornito documenti che dimostrano che i fatti di Bucha «sono un falso». Il leader del Cremlino ha ricordato che simili accuse sono state lanciate in Siria, accusando il presidente Bashar al-Assad di usare armi chimiche. «Poi si è scoperto che si trattava di un falso. Lo stesso falso è a Bucha», ha spiegato Putin. «Quello che sta succedendo in Ucraina è una tragedia, ma la Russia non aveva scelta», ha aggiunto il presidente russo Vladimir Putin. «L’operazione militare speciale sta andando secondo i piani», ha ribadito affermando che la Federazione russa vuole raggiungere tutti i suoi obiettivi in Ucraina, riducendo al minimo le perdite. Il presidente ha poi ringraziato i militari russi impegnati nell’operazione: «Prima di tutto, vorrei esprimere la mia gratitudine ai soldati e agli ufficiali russi per l’eroismo e il coraggio che mostrano nel servire la nostra patria. Svolgendo compiti complessi e pericolosi nel Donbass, in Ucraina, i nostri militari proteggono gli interessi della Russia, proteggono la Russia».

Kiev rifiuta la visita del presidente tedesco

Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier si è offerto di andare a Kiev insieme al presidente polacco Andrzej Duda e agli omologhi di Lettonia, Lituania ed Estonia. Ma Kiev avrebbe respinto l’offerta. Lo ha detto lo stesso Steinmeier incontrando i giornalisti a Varsavia e spiegato che la sua proposta era finalizzata a fornire «un forte segnale della solidarietà europea congiunta all’Ucraina». Ma «a quanto pare Kiev non vuole» questa visita. «Attualmente non è il benvenuto a Kiev. Vedremo se questo cambierà un giorno», ha detto una fonte diplomatica ucraina a condizione di anonimato alla Bild.

Pentagono: Mariupol resiste

«La nostra valutazione oggi è che Mariupol è ancora contesa e gli ucraini ancora stanno combattendo per difenderla dalla conquista russa». È quanto ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un briefing con i giornalisti. «Avete voi stessi visto le immagini, avete visto la devastazione che i raid aerei russi hanno inflitto a Mariupol, ma noi riteniamo che gli ucraini ancora stanno combattendo», ha aggiunto. Kirby ha sottolineato che i russi vogliono prendere Mariupol per la sua «collocazione strategica: gli garantirebbe illimitato accesso di terra tra il Donbass e la Crimea». Allo stesso tempo ha sottolineato l’importanza per l’ Ucraina per quello che il suo porto rappresenta «per la vita economica: è la loro città, è parte del loro Paese e loro non hanno rinunciato» a difenderla, ha concluso.

Biden sente Johnson: "Rafforzare l'impegno militare in Ucraina"

Joe Biden e Boris Johnson hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale «hanno parlato della recente visita in Ucraina del premier britannico». Lo rende noto la Casa Bianca sottolineando che i due leader «hanno affermato il loro impegno a continuare a migliorare l’assistenza militare e umanitaria all’ Ucraina di fronte alle continue atrocità commesse dalla Russia». «Hanno anche apprezzato la cooperazione in corso con alleati e partner per imporre costi severi alla Russia per la guerra non provocata e ingiustificata», conclude la nota.