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Una Minneapolis blindata e l’America intera attendono col fiato sospeso il verdetto sul processo Floyd. La giuria, da ieri riunita in camera di consiglio, è chiamata a decidere se l'agente di polizia Derek Chauvin è responsabile dell'omicidio di George Floyd, l'afroamericano di 46 anni morto il 25 maggio 2020 durante l'arresto. Nelle argomentazioni finali, l’accusa ha sostenuto che Floyd sia morto per il fatto che Chauvin, 45 anni, ha tenuto il ginocchio sul suo collo per diversi minuti, ignorando i presenti e il fatto che l’uomo continuava a ripetere la frase: «I can’t breathe» («non riesco a respirare»). La difesa, invece, ha sostenuto che Chauvin, che è stato poi licenziato, abbia agito in modo ragionevole e che il 46enne Floyd sia morto per avere assunto droghe e per problemi cardiaci pregressi. Chauvin è accusato di omicidio di secondo e terzo grato e di omicidio colposo di secondo grado: tutte le accuse richiedono che la giuria, per confermare la colpevolezza, concluda che le azioni dell’agente siano state un «sostanziale fattore causale» nella morte di Floyd e che l’uso della forza sia stato irragionevole. L’accusa più grave (omicidio di secondo grado) prevede una pena fino a 40 anni di carcere. La giuria è composta da 12 persone sei bianchi e sei non bianchi, di cui quattro afroamericani; sette sono donne e cinque uomini. Una condanna per qualunque delle accuse richiede verdetto unanime da parte della giuria. E mentre le forze dell'ordine accerchiano il tribunale in attesa della sentenza, dall'America arriva una vera lezione di diritto. Il giudice che presiede il processo, Peter Cahill, ha infatti bacchettato la deputata democratica, Maxine Waters, per le dichiarazioni «irrispettose» sull’esito del processo. Parlando con i giornalisti durante una manifestazione nel weekend a Brooklyn Center, il sobborgo di Minneapolis dove dieci giorni fa un altro afroamericano, il ventenne Duante Wright, è stato ucciso dalla polizia, la democratica afroamericana ha detto di aspettarsi «la condanna» di Derek Chauvin. «Spero che il verdetto decreterà colpevole, colpevole, colpevole, e se non sarà così noi non ce ne andremo», ha detto la democratica ai manifestanti. «Vorrei che i rappresentanti eletti smettessero di parlare di questo caso, soprattutto in modo che non è rispettoso dello stato di diritto e della magistratura», ha replicato il giudice sottolineando che le parole di Waters potrebbero spingere i dimostranti ad essere violenti in caso di assoluzione. Il giudice non ha comunque accolto la richiesta della difesa di dichiarare "mistrail", cioè annullare il processo, a causa delle parole di Waters ma ha avvisato che queste potranno essere usate nell’appello in caso di condanna.