Sicurezza sul lavoro. Obiettivo che chiama in causa diversi campi d’intervento, ma certamente anche l’ambito legale. È per questo che lo scorso 24 aprile a via Arenula si è insediata e riunita per la prima volta una commissione ministeriale che avrà il compito di proporre misure in materia di “prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro”. La logica del progetto che il dicastero di Carlo Nordio intende portare in Consiglio dei ministri è in una più strutturata griglia di incentivi, con la possibilità di una minore esposizione a sanzioni penali per quelle imprese e in generale per quei datori di lavoro che assolveranno determinati “adempimenti premianti”.

È interessante anche il fatto che l’attività di questo nuovo gruppo di studio si aggiunge a quella già avviata nello scorso mese di febbraio da un altro tavolo tecnico istituito sempre a via Arenula, e che ha un compito più specificamente orientato alla semplificazione normativa, in particolare del decreto 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa di enti e imprese privati. Nel caso del gruppo di studio “inaugurato” a fine aprile, invece, lo spettro delle proposte dovrà essere più largo e rivolto soprattutto all’innovazione degli strumenti tecnico- giuridici di matrice preventiva. Ne ha parlato ieri il presidente di quest’ultima commissione, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto: «La creazione di nuove occasioni occupazionali e l’individuazione delle migliori soluzioni affinché il luogo di lavoro sia sempre più sicuro sono questioni in cima alle priorità del governo: questo significa mettere le aziende in condizione di assumere e, nel contempo, tutelare il dipendente nella sua dignità e incolumità. Il ministero della Giustizia è sul pezzo, con una commissione che ha già avviato i suoi lavori», ha ricordato appunto il numero due di via Arenula, «con il compito di rivedere la legislazione in materia di sicurezza, in piena sinergia con il ministero del Lavoro».

Il viceministro della Giustizia e senatore di Forza Italia ricorda anche che nella commissione sono state coinvolte «tutte le competenze del settore, dai medici del lavoro ai docenti di diritto penale, fino a scienziati di chiara fama, con l’obiettivo di responsabilizzare l’impresa e imprimere una svolta all’insegna della prevenzione». E appunto, spiega Sisto, si dovrà valutare come integrare il «necessario percorso sanzionatorio» con «la possibilità di adempimenti premianti, valorizzando i modelli gestionali della 231, l’utilizzazione dei dispositivi di protezione individuale migliori, la qualità della formazione».

Che lungo questa strada si possa arrivare a una almeno parziale depenalizzazione, quanto meno per i datori di lavoro che dessero seguito agli interventi di prevenzione oggetto degli incentivi, sarà da verificare, ma è certamente tra gli obiettivi del ministero. La commissione presieduta da Sisto è composta, tra gli altri, dall’attuale vertice dell’Inail Francesco D’Ascenzo e da accademici come i professori Matteo Caputo ( della Cattolica), Cristiano Cupelli ( Tor Vergata), Giuseppe Nano ( Politecnico di Milano) e Luigi Vimercati ( Università di Bari). Meno folta del solito la delegazione di avvocati ( che annovera l’ex presidente dei penalisti salernitani Michele Sarno) e magistrati ( ci sarà il consigliere di Cassazione Antonio Corbo).

Nella riunione d’insediamento, Sisto ha spiegato che ci si impegnerà a «verificare l’aggiornamento delle misure sanzionatorie di tipo penale e amministrativo». Allo scopo, ha aggiunto il numero due di via Arenula, «sarà fondamentale avere un contributo da parte dell’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia, qui autorevolmente rappresentato dal professor Nicola Selvaggi, che ne è il vice capo». Il confronto tecnico vedrà coinvolti anche i sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari, l’Ufficio di Gabinetto di Nordio con il nuovo vicecapo Francesco Comparone e i dipartimenti dell’Organizzazione giudiziaria e degli Affari di giustizia.