Anche quest'anno Milano ha commemorato la strage di piazza Fontana, e anche quest'anno non sono mancate contestazioni e polemiche. Da Roma, in mattinata, ha parlato di «matrice eversiva neofascista» della strage il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha ricordato che «le lunghe vicende processuali hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate. Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive - ha aggiunto il capo dello Stato - la matrice eversiva neofascista e l'attacco deliberato alla vita democratica del Paese». Nel pomeriggio di ieri, nel corso della commemorazione delle vittime a Milano, il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala è stato contestato da una parte dei manifestanti, reo di aver definito «probabilmente sbagliato» lo sciopero indetto da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre. Non è la prima volta che una piazza storicamente "calda" e appassionata, come quella che da 52 anni ricorda le vittime dell'attentato alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, contesta le autorità presenti alla commemorazione. Accadde ai sindaci di centrodestra Marco Formentini e Letizia Moratti, all'ex governatore Roberto Formigoni, ma anche a personalità della sinistra come il ministro Oliviero Diliberto, "colpevole" di aver avallato la guerra in Kosovo. Ad innescare cori, fischi e urla di disapprovazione, un ragionamento abbozzato da Sala, secondo il quale «la difesa del lavoro sembra passata di moda. Lo sciopero probabilmente è sbagliato, ma è un diritto». Frase che ha provocato la reazione di alcuni manifestanti che lo hanno interrotto più volte, mentre dalla piazza è partito il coro «sciopero, sciopero». «Non stavo attaccando il sindacato. Non spetta a me - ha detto Sala - giudicare se lo sciopero è sbagliato o meno, anche perché non ero al tavolo. A me spetta dissociarmi da chi giudica senza sapere e mette la croce addosso a chi esprime il diritto di scioperare. Si trovi il modo, in questo momento storico, di lavorare assieme sennò non se ne esce». A suscitare polemiche anche una frase pubblicata - e subito rimossa - sul profilo Twitter del Senato, in cui si rilanciava la pista anarchica per la bomba in piazza Fontana. Un episodio immediatamente contestato, tra gli altri, dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ha accusato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per questo episodio di «oltraggio alle vittime, ai famigliari e alla città di Milano». Da Milano, prima di prendere parte al corteo "Milano non dimentica" in memoria delle vittime, Paolo Silva, vice presidente dell'Associazione Famigliari delle Vittime di Piazza Fontana, dopo aver ricordato, citandole una per una, le vittime della strage, ha ricordato che «questo Paese non ha ancora dato la pace che merita ai nostri cari, che con il loro sacrificio e la categorica risposta il giorno dei funerali, hanno impedito il tentativo vano di sovvertire l'apparato democratico di questo Paese».