L'Iran sta «pianificando una grande ondata di attacchi in Europa in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024 in Francia». Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliani, Israel Katz, dopo che l'agenzia di sicurezza interna svedese ha accusato l'Iran di utilizzare reti criminali consolidate in Svezia come proxy per prendere di mira gli interessi israeliani o ebraici nel paese scandinavo.

Le accuse dell'intelligence svedese sono state sollevate in una conferenza stampa da Daniel Stenling, capo dell'unità di controspionaggio dell'agenzia SAPO, a seguito di una serie di eventi all'inizio di quest'anno. Alla fine di gennaio, l'ambasciata israeliana a Stoccolma era stata temporaneamente chiusa dopo che era stato rinvenuto un oggetto definito "pericoloso" nei pressi della missione diplomatica. Secondo i media svedesi l'oggetto era una bomba a mano.

A Gaza si continua a morire

Sono almeno dodici le persone che hanno perso la vita in seguito al raid aereo condotto nella notte dalle forze israeliane contro il campo profughi di Bureij nel centro della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'agenzia di stampa Wafa spiegando che tra le vittime si contano anche due bambini e tre donne.

La guerra continua

Il governo israeliano non accetterà di porre fine alla guerra in cambio del rilascio da parte di Hamas di tutti gli ostaggi che tiene prigionieri dal 7 ottobre. Lo ha detto il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi ai parenti di diversi ostaggi tenuti. Lo riferisce Channel 12, secondo cui Hanegbi ha detto alle famiglie presenti all'incontro che pensa che il governo sarà in grado di raggiungere un accordo di "fase uno" per la restituzione degli ostaggi nel prossimo futuro.

Hamas ha ripetutamente chiesto a Israele di porre fine alla guerra come elemento centrale di qualsiasi ulteriore accordo sugli ostaggi. «Saremo in grado di realizzare la prima fase dell'accordo, la fase umanitaria, entro pochi mesi. Non ci vorranno molti mesi e non anni», ha affermato Hanegbi, stretto collaboratore del primo ministro Benjamin Netanyahu. Ma, avrebbe aggiunto, «non credo che questo governo riuscirà a portare a termine l'intero accordo. Questo governo non prenderà alcuna decisione sulla fine della guerra per la restituzione di tutti gli ostaggi. Dobbiamo continuare a lottare affinché non ci sia un altro 7 ottobre».

«Se gli ostaggi non ritornano entro settimane o pochi mesi, non abbiamo un piano alternativo», ha riconosciuto Hangebi. «Continueremo a combattere a Gaza e nel nord, e solo allora rivaluteremo la situazione». In risposta, uno dei partecipanti all'incontro avrebbe detto: «Bene, allora siamo perduti». Hanegbi a sua volta ha risposto: «Corretto».