L'oligarca russo Evgenji Prigozhin, capo del famigerato gruppo paramilitare Wagner morto in un incidente aereo la scorsa settimana, ricorreva da anni a diversi jet privati per evitare di essere localizzato. Lo scrive il "Wall Street Journal", secondo cui Prigozhin, costantemente braccato dalle autorita' internazionali, sospettava gia' da tempo di poter essere bersaglio di un tentativo di assassinio durante uno dei suoi frequenti voli d'affari. Il quotidiano afferma di aver ripercorso la complicata rete dei voli d'affari effettuati da Prigozhin negli ultimi quattro anni, avvalendosi del servizio di tracciamento del traffico aereo Flightradar24.

Il business jet Embraer Legacy 600 schiantatosi in Russia il 23 agosto, forse a causa di un ordigno esplosivo collocato in uno dei motori, era dotato secondo il quotidiano statunitense di apparecchi per il rilevamento della sorveglianza elettronica e finestrini elettrocromici. L'aereo in questione, dal prezzo di circa 10 milioni di dollari, avrebbe cambiato numero di registrazione e giurisdizione diverse volte dal 2018, quando una entita' vicina al magnate russo con sede alle Seychelles lo aveva acquistato da una societa' registrata nell'Isola di Man. 

Il velivolo era solo un elemento in una vasta gamma di mezzi e accorgimenti utilizzati da Prigozhin per districarsi in una rete sempre più stretta di sanzioni internazionali, mandati di cattura e avversari personali: nel corso degli anni Prigozhin era divenuto bersaglio di sanzioni varate da almeno 30 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, che avevano offerto 10 milioni di dollari per la sua cattura. Gli aerei privati di Prigozhin decollavano spesso dalla base aerea Chakalovskij di Mosca o da vicini aeroporti civili, per visitare clienti in Siria, Libia o nell'Africa sub-sahariana.

Dopo la sua morte, la scorsa settimana, diverse fonti russe hanno riferito che l'imprenditore e signore della guerra russo era solito anche manomettere i registri di volo, imbarcandosi all'ultimo momento su un velivolo differente da quello inizialmente pianificato. Alla fine, però, queste precauzioni non sono però bastate a sottrarre l'imprenditore 62enne alla morte: l'aereo su cui viaggiava si è schiantato la scorsa settimana «a poche decine di chilometri da una residenza in riva al lago del presidente (russo, Vladimir) Putin», uccidendo tutte e 10 le persone che si trovavano a bordo. Secondo il "Wall Street Journal", «funzionari statunitensi hanno giudicato che lo schianto dell'aereo sia stato il risultato di un piano di assassinio».