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Serbatoio pieno, automobile carica di ogni grazia di Dio. È Ferragosto, il giorno prediletto per una gita al mare o in montagna, con gli amici di sempre. Quale occasione migliore allora per la tanto attesa asta del Fantacalcio? È uno dei momenti topici dell’estate per i calciofili incalliti, quelli che hanno passato queste settimane a rincorrere l’ultima voce di calciomercato, perché «questo lo vorrei prendere nella mia fantasquadra a tutti i costi». Sullo sfondo mogli e fidanzate che sbuffano, e non per il caldo. Esasperate per una passione che niente e nessuno può ostacolare.
Il Fantacalcio, del resto, fa parte di noi e delle nostre vite ormai da qualche anno. È una sorta di rito del quale non si può proprio fare a meno. E che, specie in questi anni dove ormai la maggior parte delle persone non fa altro che guardare lo schermo di un telefonino con l’indice teso per ' scrollare', facendo uno sfrontato paragone con i riti religiosi dei quali ci parlava Emile Durkheim, è in fondo uno dei modi migliori per rafforzare la coesione sociale tra persone che fanno parte di uno stesso gruppo e che, proprio per questo motivo, condividono interessi comuni e il più delle volte - anche status sociale. Perché, nel bene o nel male, si trascorrono delle ore insieme. Stesi su un telo in spiaggia, oppure seduti più o meno compostamente attorno ad un tavolo, questo è un fattore sicuramente secondario. Certo, c’è anche chi decide di isolarsi - o ha una compagnia non appassionata di calcio - e di partecipare ad uno dei tanti concorsi che vengono proposti dai giornali (Gazzetta dello Sport in primis) e dai siti specializzati. Ma questo è un altro discorso.
Il Fantacalcio è ormai maggiorenne da un pezzo, è nato nel 1990 da una idea di Riccardo Albini. Guardando a quello che negli Stati Uniti era un semplice passatempo per gli amanti del baseball, Albini iniziò a pensare ad un regolamento, a stilare la lista dei giocatori e cominciarono così a crearsi le prime fantasquadre. Il vero boom il Fantacalcio ovviamente lo conobbe nel momento in cui fu ospitato sulle pagine della Gazzetta dello Sport ( 1994), raccogliendo un successo di pubblico inatteso. Un numero di partecipanti che è continuato a crescere esponenzialmente nel corso degli anni, ancor di più - logico - quando con l’avvento di internet ogni appassionato di calcio ha potuto concorrere contro ' rivali' sparsi in ogni angolo dello Stivale, fruendo anche di appositi portali che raccolgono e divulgano pure statistiche alle quali prima si interessavano soltanto i maniaci del pallone. Le regole? Diciamo che nel corso degli anni sono state un po’ modificate e adattate anche al "contesto". Quando si gioca in gruppo, ad esempio, si può modificare il budget iniziale ed eventualmente proporre delle interessanti varianti. Sembra quasi di stare in un’aula della Camera a discutere di un emendamento. Ogni giocatore, ad ogni modo, ha a disposizione un budget iniziale da gestire con la massima oculatezza. L’obiettivo è quello di ogni direttore sportivo, vale a dire costruire una rosa di calciatori ( generalmente 23 o 25) con i crediti a disposizione. Portieri, difensori, centrocampisti e attaccanti: bisogna cercare prima di tutto di scegliere dei giocatori che siano sempre titolari nella loro squadra di club, che magari abbiano dei buoni voti e che riescano a conquistare dei bonus ( assist e gol). Allo stesso modo bisogna essere bravi a non scegliere calciatori fallosi, che penalizzano il risultato finale con punti di malus ( ammonizioni, espulsioni, rigori falliti). È un gioco semplice, direbbe qualcuno. Potrebbe sembrare, ma così non è. Ad ogni modo, se è vero che l’Italia è il paese dei 50 milioni di commissari tecnici, perché non provate anche voi? All’asta del Fantacalcio, il vero momento clou dell’estate, rientra in scena di nuovo un concetto, quel- lo secondo il quale la vita quotidiana non è altro che una rappresentazione teatrale, dove ogni persona indossa dei costumi di scena e una maschera. Il sociologo canadese Erving Goffman non ha mai giocato al Fantacalcio, ma forse oggi si farebbe una risata nel guardare chi, forte della sua preparazione calcistica, cerca di mostrarsi davanti agli amici come un presidente in erba. Oppure chi, per non far lievitare troppo i prezzi, simula in maniera goffa di disinteressarsi assolutamente dei giocatori della sua squadra del cuore.
Le scene sono trite e ritrite, perché ormai all’interno di un gruppo ci si conosce a menadito, ma forse il bello è proprio questo. Il banditore d’asta ha in mano il listone, con tutti i calciatori della serie A, e li chiama ad uno ad uno, aspettando un’offerta. L’amicizia, in queste ore di battaglia vocale e psicologica, non conta più nulla, l’importante è accaparrarsi i pezzi migliori, come negli affari veri. Ci si parla sopra, vola via qualche imprecazione, ma si ride di gusto e si trascorrono delle ore indimenticabili, che si ricorderanno volentieri in futuro, in attesa ovviamente dell’asta di riparazione invernale. È per questo motivo che il Fantacalcio è così amato in Italia, è un filo sottilissimo e leggero che lega tante persone, le accomuna, le tiene vicine anche quando sono lontane centinaia di chilometri.
E nel giorno di Ferragosto, se passerete una giornata in gruppo, ecco un’ultima raccomandazione: tra bibite e salsicce, tra birre e panini e l’immancabile anguria non dimenticate di portare con voi la ' vecchia' carta, la lista dei giocatori e una penna. Potrebbero tornavi utili. E buon divertimento.