«Non carismatico, non trascinatore, ma credibile». Quest'ultimo aggettivo è quello più apprezzato e che fa la differenza nel giudizio così riassunto su Stefano Parisi nelle telefonate e nei commenti tramite i social network che arrivano ai rappresentanti di Forza Italia sul territorio da parte di una fascia importante di elettori azzurri, i cosiddetti "moderati", o "liberali", come preferisce chiamarli Mister "Chili tv". Insomma, proprio "il profilo giusto" agli occhi di Silvio Berlusconi, che non ha mai fatto mistero di volersi ricandidare qualora da Strasburgo arrivasse il tanto auspicato verdetto positivo al suo ricorso contro l'ineleggibilità.Quello di Parisi sarebbe anche il profilo giusto per conquistare gli indecisi però decisivi per far vincere il No al referendum e comunque per riprendere alle elezioni politiche un bacino importante dei tanti voti persi da FI. «Questo è il compito di Stefano», ribadiscono a Il Dubbio ai piani alti azzurri. La mission affidatagli dal Cav e il consenso che Parisi (il cui tour con Megawatt energie per l'Italia partirà il prossimo fine settimana dalla Sicilia per risalire poi la penisola con tappe da Perugia a Brescia) starebbe ricevendo hanno di fatto un po' invertito la rotta dei rapporti tra i colonnelli azzurri e l'ex candidato sindaco a Milano a favore di quest'ultimo. Sempre meno sono quelli che gli si scagliano contro duramente. A farlo sono rimasti però pezzi da 90 come il capogruppo alla Camera Renato Brunetta e il governatore ligure Giovanni Toti. Ma c'è chi fa notare ad esempio che dagli attacchi al politico-manager si è sfilato il capogruppo al Senato Paolo Romani. E con lui anche Mariastella Gelmini. Toni cauti anche da un big forzista come Maurizio Gasparri. Sin dall'inizio a favore di Parisi Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento Europeo, uno dei fondatori di Forza Italia. E entusiasta di Parisi si dice addirittura Gianfranco Miccichè, che annunciando la convention di venerdì a Palermo, alla quale interverrà il politico-manager, lo definisce come «il nuovo che può riconquistare i voti persi».Berlusconi, il cui rientro da New York viene dato per imminente (dovrebbe avvenire entro la fine di questa settimana) avrebbe già messo in agenda al suo ritorno un incontro proprio con Parisi. Intanto, l'ex direttore generale di Confindustria sta chiamando uno a uno i coordinatori regionali per raccordarsi al partito con le iniziative del suo tour e per avere consigli utili per selezionare il pubblico che gli chiede di partecipare alle iniziative. Spiegano dentro FI: «Parisi è ovviamente molto attento a non imbarcare di tutto, cosa che si rischiò di fare con passate esperienze, e poi la sua intenzione è quella di non irritare il partito, anzi di creare sempre più forti forme di collaborazione». Insomma, le convergenze parallele azzurre si starebbero avvicinando. Questo a vantaggio del No al referendum che però proprio per sfondare tra gli indecisi, come Parisi va ripetendo - e Berlusconi sarebbe d'accordo - deve essere "costruttivo". Altrimenti, spiega un azzurro di lungo corso, «rischiamo di cadere nella trappola di Renzi che ci vuol far fare la parte di quelli che impediscono ogni cambiamento agli occhi del nostro elettorato sul quale, non a caso, ha detto di voler pescare. Con le urla e basta rischiamo di favorirlo». Non a caso Parisi, dopo la virata decisa sul No, ha però sempre presentato una proposta alternativa di cambiamento come l'elezione dell'assemblea Costituente.E' evidente che però ora l'attesa è tutta per il ritorno in campo del Cav, che, secondo ambienti a lui più vicini, potrebbe anche «fare iniziative prima della convention azzurra di Novembre». La data più probabile sembra quella del fine settimana del 19 e 20 novembre. Che possa scendere in campo solo nelle ultime due settimane prima del voto del 4 dicembre non sarebbe legato solo ai problemi di salute, sui quali vengono date rassicurazioni («Si è ripreso»), ma al fatto che, spiegano dentro FI, «il presidente ha sempre fatto così in ogni campagna elettorale». E cioè: «Lui ha sempre pensato che se inizi troppo presto poi arrivi alla meta con il fiato corto. La sterzata va data sempre negli ultimi quindici giorni». Bisognerà vedere se, seguendo anche il consiglio dei medici nella fase di riabilitazione successiva all'operazione al cuore di giugno, il Cav farà più interventi televisivi che comizi di piazza. Intanto, sul campo ci sono i colonnelli azzurri, a cominciare da Brunetta che ieri ha presentato anche «lo Stupidario del Sì». Ma in campo resta anche Parisi, l'uomo che potrebbe fare la differenza tra chi è tentato di votare Sì. Proprio perché «non carismatico, non trascinatore, ma credibile». E comunque anche se il Sì dovesse vincere di misura, Berlusconi sa bene che FI è sempre decisiva per i cambiamenti alla legge elettorale, che la Consulta potrebbe chiedere dopo la consultazione, e per la legge sulle modalità di elezione dei rappresentanti del nuovo Senato.