Nella domenica che chiude la settimana di commemorazioni dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, Papa Francesco ha rinnovato, in occasione dell’Angelus, «l’intensa preghiera per la pace». Come sempre agli Angelus o alle udienze generali, anche oggi Papa Francesco traccia l’elenco dei territori in cui si consumano brutali violenze: l’Ucraina, dove prosegue la conta dei morti a causa di attacchi con i droni russi e dove la guerra assume nuovi contorni; il Medio Oriente, da cui ieri sono giunte fotografie e notizie di uno dei più drammatici attacchi di questi dieci mesi di guerra: quello nella scuola Al-Tabai'een, nel settore Al-Sahaba a Gaza City, con almeno 100 vittime e dozzine di feriti, tra cui bambini, come riferito dalle autorità palestinesi. Poi il Sudan, dove il conflitto dilaga costringendo alla fuga abitanti e anche tutti i missionari, e il Myanmar, crisi spesso dimenticata dall’opinione pubblica, terra sofferta e sofferente. Per tutta questa gente, il Papa domanda preghiere. Così come chiede di pregare per le vittime dell’incidente aereo in Brasile dello scorso 9 agosto.