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«Oggi mentre molti giovani si apprestano a partire per la Giornata Mondiale della Gioventù si celebra la Giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani. Per questo sono accanto a me un giovane e una nonna, il nipote e la nonna, un applauso ad ambedue», così Papa Francesco affacciandosi all’Angelus in piazza San Pietro, davanti a 20mila fedeli. «La vicinanza delle due Giornate sia un invito a promuovere un’allenza tra la generazioni, di cui c’è tanto bisogno perchè il futuro si costruisce insieme, nella condivisione di esperienze e nella cura reciproca tra i giovani e gli anziani. Non dimentichiamoci di loro e facciamo un applauso a tutti i nonni e a tutte le nonne. Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei “concentrati di solitudine”; non succeda che la politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, si dimentichi proprio degli anziani, lasciando che il mercato li releghi a 'scarti improduttivi'», ha ancora una volta esortato.
Tanti i temi toccati dal Pontefice al termine dell’Angelus, in primi la guerra: «Continuiamo a pregare per la pace, in modo speciale per la cara Ucraina, che continua a subire morte e distruzione, come purtroppo è accaduto anche questa notte a Odessa». Sui migranti ha detto: «Desidero attirare l’attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa. Migliaia di essi tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello in particolare ai capi di Stato e di governo europei e africani affinchè si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità». La giornata degli anziani ha caratterizzato anche la messa nella basilica di San Pietro, presieduta da papa Francesco, alla quale hanno partecipato oltre 6.000 persone, di cui molti anziani provenienti da tutta Italia: nonni accompagnati dai nipoti e dalle famiglie, anziani ospiti di case di riposo e Rsa, oltre a tanti anziani impegnati nella vita parrocchiale, diocesana e associativa.
A proposito del clima il Papa ha sottolineato: «Si stanno sperimentando, qui e in molti Paesi, eventi climatici estremi. Da una parte varie regioni sono interessate da ondate anomale di caldo e colpite da devastanti incendi. Dall’altra, in non pochi luoghi, vi sono nubifragi e inondazioni, come quelle che hanno flagellato nei giorni scorsi la Corea del Sud. Sono vicino a quanti soffrono e a coloro che stanno assistendo le vittime e gli sfollati». «E per favore rinnovo il mio appello ai responsabili delle Nazioni perchè si faccia qualcosa di più concreto per limitare le emissioni inquinanti. È una sfida urgente e non si può rimandare. Riguarda tutti. Proteggiamo la nostra casa comune».
Nell’introdurre la recita dell’Angelus, commentando il Vangelo odierno, il Pontefice ha invitato a fare «pulizia» nel nostro cuore, per sradicare la zizzania, e indica un «bel metodo»: l’esame di coscienza. Se «vogliamo coltivare i campi della vita» è importante «imparare a vedere negli altri, nel mondo e in sè stessi la bellezza di quanto il Signore ha seminato», il grano e non la zizzania. Il Vangelo odierno il Pontefice ha indicato tre campi, dove grano e zizzania crescono insieme: il campo del mondo, il campo del cuore e il campo del vicino. Quest’ultimo rappresenta «le persone che frequentiamo ogni giorno e che spesso giudichiamo». «Come ci è facile riconoscere la loro zizzania! E quanto è difficile invece sapervi vedere il buon grano che cresce!». «Come ci piace “spellare” gli altri. Come ci piace», ha aggiunto a braccio. «Non si può creare un mondo perfetto e non si può fare il bene distruggendo sbrigativamente ciò che non va, perchè questo sortisce effetti peggiori: si finisce - come si dice - col “gettar via il bambino insieme all’acqua sporca”».
In piazza San Pietro c’era anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, che ha partecipato con una numerosa delegazione della Cisl e della Fnp Cisl, e che su twitter ha scritto: «Grazie a
Papa Francesco per aver ricordato oggi la funzione centrale degli anziani che non vanno mai lasciati soli perchè rappresentano una risorsa della società, fonte di energia culturale, formazione per i giovani, un patrimonio da salvaguardare e valorizzare. Serve una grande alleanza tra le generazioni».