«È tanto, tanto grande il numero di donne picchiate, abusate in casa, anche dal marito. Il problema è che per me è quasi satanico, perché è approfittare della debolezza di qualcuno che non può difendersi, può soltanto fermare i colpi. È umiliante, molto umiliante». Lo ha detto papa Francesco a una donna vittima di violenza protagonista con altri «invisibili» di un eccezionale incontro a casa Santa Marta trasmesso ieri sera da Canale 5. «È umiliante quando un papà o una mamma dà uno schiaffo in faccia a un bambino, mai dare uno schiaffo in faccia. Perché la dignità è la faccia. Questa è la parola che io vorrei riprendere», ha aggiunto Bergoglio.

Papa Francesco parla del sovraffollamento delle carceri

«Il sovraffollamento delle carceri è un muro, non è umano! Qualsiasi condanna per un delitto commesso deve avere una speranza, una finestra. Un carcere senza finestra non va, è un muro» ha affermato papa Francesco sul principale canale di Mediaset. «Una cella senza finestra - continua papa Francesco rispondendo alle domande di un ex ergastolano che ha raccontato anche l'esperienza della pandemia in carcere - non va. Finestra non necessariamente fisica, finestra esistenziale, finestra spirituale. Poter dire: "Io so che uscirò, io so che potrei fare quello o quell'altro". Per questo la Chiesa è contro la pena di morte, perché nella morte non c'è finestra, lì non c'è speranza, si chiude una vita».

Bergoglio e il Natale

Natale «è Gesù, è la nascita di Gesù, fermati un po' e pensa al Natale come un messaggio, un messaggio di pace. Auguro, a tutti voi, un Natale con Gesù, un vero Natale. Questo vuol dire che non possiamo mangiare? Che non possiamo fare festa? No, fate festa, mangiate tutto, ma fatelo con Gesù, cioè con la pace nel cuore». È il messaggio lanciato da papa Francesco a tutti i fedeli nel corso di un incontro con un gruppo di «invisibili» trasmesso questa sera su Canale 5. «Fate festa, fate dei regali - dice il Papa -, ma non dimenticatevi di Gesù. Natale è Gesù che viene a toccarti il cuore, buon Santo Natale a tutti».

Papa Francesco e il lockdown

«Nel lockdown tutto va alla prova, anche il rapporto con Dio, la religiosità; il rapporto con Dio non è una cosa lineare che sempre va bene, il rapporto con Dio ha delle crisi come ogni rapporto di amore in una famiglia» ha detto papa Francesco, nel corso della trasmissione condotta dal vaticanista Fabio Marchese Ragona. Gli stessi figli, spiega il Papa, «delle volte si arrabbiano e dicono qualche cosa non è tanto bella ma è normale; il rapporto con Dio è lo stesso, delle volte io mi arrabbio perché non vedo le cose come vorrei e si entra in crisi. Cosa si deve fare in quel momento? Stare zitto, pensare alle difficoltà che sorgono e che non permettono il rapporto con Dio, ma soprattutto pacificare il cuore». «La mente può andare da tante parti - prosegue - ma il problema è il cuore pacificato; col cuore in ansia non si può cercare Dio, non si può mantenere il rapporto con Dio. Potrete cercarlo ma non potrete mantenerlo perché l'importante è pacificare il cuore anche nel dolore, anche nelle difficoltà. Prendi il Vangelo, nello stesso Vangelo è la parola di Dio che ti sistemerà un'altra volta; io ho paura dei predicatori che vogliono sanare la vita in crisi con le parole, parole, parole. La vita in crisi si risana con la vicinanza, la compassione, la tenerezza. Lo stile di Dio. Questo te lo dà il Vangelo».

Papa Francesco: «Il Covid ci ha messo a dura prova»

«Il Covid ci ha messo tutti in crisi. Una strada per uscire dalla crisi è amareggiarsi e un'amarezza tante volte è farla finita. Il numero dei suicidi è aumentato tanto con la crisi. Una via d'uscita è dire la faccio finita ma che succede quando noi non abbiamo più la forza di resistere nella crisi e trasformiamo la crisi in conflitto? La crisi è aperta, il conflitto ti chiude» ha dichiarato papa Francesco dialogando con una donna vittima di violenza domestica protagonista assieme ad altri «invisibili». «Tu non vedi uscita dal conflitto - ha detto il Papa alla donna che ha illustrato al Pontefice una situazione personale resa ancora più difficile dalla pandemia -, con la tua lotta io vedo che stai lottando per uscire migliore dalla crisi, non ti sei data per vinta e questo è grande, stai dando una lezione di resistenza, una lezione di resistenza alle calamità perché tu puoi dirmi "Perché fai questo? ma io penso ai miei bambini ai miei ragazzi!". Tu fai una scommessa, per la vita e per la vita dei tuoi vai avanti. Non sai dove, perché non hai casa e non hai lavoro, non sai cosa fare - prosegue Francesco -. Ma stai guardando avanti, stai uscendo meglio di prima ma non da sola. Questo è importante: che tu cerchi qualcuno, gente che ti accompagni. Tutti noi abbiamo passato questa crisi di lockdown: alcuni, come il caso mio, non lo sentono tanto perché (dicono, ndr) "io ho il mio lavoro, qualche sicurezza", ma nel caso tuo si vede e tu hai la volontà di uscirne. Dobbiamo pensare bene cos'è una crisi, non avere paura delle crisi, cercare gente amica, gente vicina per uscirne insieme perché non si può uscire da soli e anche fare un'azione per uscire migliori».