«La Chiesa è madre, la Chiesa è donna». Lo dice papa Francesco nell'omelia della messa celebrata nella Basilica vaticana per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 55ma Giornata Mondiale della Pace sul tema: Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura dice:  «C’è bisogno di gente in grado di tessere fili di comunione, che contrastino i troppi fili spinati delle divisioni». «Il nuovo anno inizia nel segno della Madre - ha detto Bergoglio - Lo sguardo materno è la via per rinascere e crescere. Le madri, le donne guardano il mondo non per sfruttarlo, ma perché abbia vita: guardando con il cuore, riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza, evitando le derive del pragmatismo asettico e dell’astrattezza. E mentre le madri donano la vita e le donne custodiscono il mondo, diamoci da fare tutti per promuovere le madri e proteggere le donne». E proprio sulle donne il Papa ha insistito: «Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità. All’inizio del nuovo anno mettiamoci sotto la protezione di questa donna, la Madre di Dio che è nostra madre. Ci aiuti a custodire e meditare ogni cosa, senza temere le prove, nella gioiosa certezza che il Signore è fedele e sa trasformare le croci in risurrezioni», ha aggiunto. «Mentre le madri donano la vita e le donne custodiscono il mondo, diamoci da fare tutti per promuovere le madri e proteggere le donne», ha affermato. «Le madri, le donne guardano il mondo non per sfruttarlo, ma perché abbia vita - ha aggiunto - guardando con il cuore, riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza, evitando le derive del pragmatismo asettico e dell’astrattezza».

Il Papa: «Impariamo dalla Madre di Dio a custodire meditando»

«Impariamo dalla Madre di Dio questo atteggiamento: custodire meditando Perché anche a noi capita di dover sostenere certi "scandali della mangiatoia"». «Ci auguriamo che tutto vada bene e poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, un problema inaspettato. E si crea un urto doloroso tra le attese e la realtà. Capita anche nella fede, quando la gioia del Vangelo viene messa alla prova da una situazione dura in cui ci si trova a camminare. Ma oggi la Madre di Dio ci insegna a trarre beneficio da questo urto - ha spiegato Bergoglio - Ci mostra che è necessario, che è la via stretta per arrivare alla meta, la croce senza la quale non si risorge. È come un parto doloroso, che dà vita a una fede più matura». «Ma come compiere questo passaggio, come superare l’urto tra l’ideale e il reale? Facendo, appunto, come Maria - ha chiarito il pontefice - custodendo e meditando. Anzitutto Maria custodisce, cioè non disperde. Non respinge ciò che accade. Conserva nel cuore ogni cosa, tutto ciò che ha visto e sentito. Le cose belle, come quello che le aveva detto l’angelo e ciò che le avevano raccontato i pastori. Ma anche le cose difficili da accettare: il pericolo corso per essere rimasta incinta prima del matrimonio, ora l’angustia desolante della stalla dove ha partorito. Ecco che cosa fa Maria: non seleziona, ma custodisce. Accoglie, non tenta di camuffare, di truccare la vita. E poi c’è il secondo atteggiamento: custodisce meditando. Il verbo impiegato dal Vangelo evoca l’intreccio tra le cose: Maria mette a confronto esperienze diverse, trovando i fili nascosti che le legano. Nel suo cuore, nella sua preghiera compie questa operazione straordinaria: lega le cose belle e quelle brutte; non le tiene separate, ma le unisce. E così afferra il senso pieno, la prospettiva di Dio». La povertà di Gesù è per il Papa «una bella notizia per tutti, specialmente per chi è ai margini, per i rifiutati, per chi al mondo non conta. Dio viene lì: nessuna corsia preferenziale, nemmeno una culla! Ecco la bellezza di vederlo adagiato in una mangiatoia».