Il 20 marzo il Partito popolare europeo deciderà della sorte del premier ungherese Viktor Orban e del suo partito Fidesz. Sarà infatti in quella data che si saprà se il leader nazionalista magiaro verrà espulso dal Ppe. Al momento gli indizi portano ad un’unica conclusione avversa ad Orban, dodici partiti in rappresentanza di nove paesi hanno già espresso la loro intenzione di votare per l’espulsione.

In questo senso la certezza è arrivata da parte del presidente Ppe, il francese Joseph Daul: «Dodici partiti membri di nove differenti Paesi hanno chiesto l'esclusione o la sospensione di Fidesz. La decisione ora spetta a tutti i nostri partiti affiliati e non posso anticipare quale sarà l'esito».

L’orientamento era già stato anticipato dal settimanale tedesco Der Spiegel che ha rivelato quali siano gli oppositori di Orban, si tratta di - Belgio, Portogallo, Finlandia, Grecia, Lituania, Olanda, Svezia, Lussemburgo, Norvegia. Si attende ancora il parere della Cdu- Csu che potrebbe in realtà risultare determinante, anche se un altro giornale come la Frankfuerter Allgemeine Zeitung ha riferito di un colloquio telefonico, avvenuto ieri, tra lo stesso Orban e la presidente del partito cristiano- democratico, Annegret Kramp- Karrenbauer.

E’ormai da tempo che le posizioni dell’Ungheria creano imbarazzo all’interno della compagine europea popolare, l’atteggiamento e i provvedimenti nei confronti d' immigrazione e diritti civili hanno raggiunto il livello di guardia la settimana scorsa quando da Budapest è partita una campagna contro il presidente della Commissione Ue, Jean- Claude Juncker, anch'egli del Ppe.

L’accusa ungherese è quella di volere una sostituzione etnica dei popoli europei con gli immigrati e il sostegno finanziario di George Soros, La reazione alla richiesta di espulsione non si è fatta attendere, in un'intervista al quotidiano tedesco Die Welt am Sonntag, il premier magiaro ha definito «utili idioti», i membri del Ppe. «La sinistra non attacca l'Ungheria per il suo stesso interesse, ma mira a indebolire il Ppe. Se ce ne andremo – ha aggiunto Orban -, attaccheranno gli italiani e gli austriaci. Vogliono indebolire il Ppe a livello europeo, in modo che i socialisti e la sinistra possano assumere la guida dell'Europa».

In realtà però l’espulsione non è un passaggio scontato, conta infatti il peso di Fidesz in termini di voti.

In vista delle elezioni di maggio, anche restando la formazione di maggioranza, i popolari vengono dati in calo nei sondaggi ( da 217 a 180 seggi), Orban invece ha il vento in poppa e porterebbe una dote di tredici deputati che farebbero veramente comodo per non scendere a patto con i socialisti