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«Quando il giudice ha detto che ero libero, ho iniziato a tremare. I miei occhi si sono riempiti di lacrime, ma non ero pronto a piangere. Uno dei primi pensieri che mi è venuto è stato che potevo finalmente andare in vacanza». Così Andrew Malkinson poco dopo aver lasciato la Corte d'Appello il 26 agosto scorso, l'ultimo capitolo di una storia di malagiustizia in Inghilterra che ha segnato indelebilmente la vita di un uomo.
Si tratta del peggior errore giudiziario del Regno Unito quello che ha lasciato in cella per ben 17 anni Malkinson, accusato e condannato per un caso di violenza sessuale efferato commesso nelle vicinanze di Manchester nel 2003. Malkinson all'epoca aveva 37 anni, non aveva precedenti penali ma fu arrestato dalla polizia due settimane dopo che una donna di 19 anni rimase in fin di vita dopo essere stata violentata. Nel febbraio 2004, fu condannato all'ergastolo da una giuria popolare perché la vittima affermò di averlo riconosciuto, non esisteva però a supporto alcuna prova fisica o del DNA che provasse la sua colpevolezza.
Solo tre anni dopo, grazie ai progressi scientifici in campo forense, è stato identificato un nuovo profilo del materiale genetico rinvenuto sui vestiti della ragazza, fortunatamente gli indumenti erano stati archiviati in modo sicuro dopo il processo. Da quel momento è iniziata una battaglia lunga e penosa che ha portato alla liberazione di Malkinson e consegnare la persona colpevole alla giustizia.
La conservazione delle prove scientifiche è una pietra miliare del sistema di giustizia penale, consente di perseguire pericolosi criminali, riaprendo i cosiddetti cold case. Tuttavia, sia gli esperti che le associazioni che si occupano di carcere sono preoccupati per quello che sembra essere un numero crescente di casi in cui prove forensi cruciali vengono perse, distrutte o danneggiate.
Una delle ragioni sta nei tagli agli studi forensi e alle attrezzature delle procure nell'ultimo decennio. A giovarne sono stati i privati che hanno assorbito gran parte del lavoro che svolgeva il Forensic Science Service incorrendo spesso in scandali ed errori. Quest'anno la marcia indietro, infatti è stata introdotta per il ministero della giustizia la possibilità di chiudere i laboratori che non soddisfano gli standard di qualità.
Nonostante ciò, poiché i bilanci delle forze di polizia sono stati decurtati, si opta spesso per affidare a risorse interne gli aspetti più routinari del lavoro di scienza forense. L'errore potrebbe essere dunque dietro l'angolo come ha dimostrato un rapporto della Camera dei Lord del 2019 che ha messo in evidenza come l' 80% del lavoro è svolto da laboratori di polizia. Lo stesso rapporto ha rilevato che la spesa della polizia per la scienza forense è diminuita di oltre la metà, da 120 milioni di sterline nel 2008 a circa 50- 55 milioni di sterline nel 2018. E l'archiviazione delle prove forensi prima e dopo il processo non rientra nel mandato del responsabile governativo della scienza forense.
Dal 2012, l'archiviazione dunque appare come un contesto abbastanza opaco e non verificato segnato da molte incongruenze. A quanto pare, come hanno dimostrato alcune ricerche universitarie, come quella dell ateneo di Leicester, i materiali scientifici forensi vengono distrutti molto prima di quanto indichi la guida nazionale, al contrario qualcuno le conserva invece per 100 anni, creando un inutile stoccaggio.
Succede dunque che più di 7mila casi sono stati abbandonati prima del processo lo scorso anno a causa della perdita di prove, tra cui 16 omicidi e 123 reati sessuali. La scorsa settimana il segretario alla giustizia Alex Chalk ha annunciato l'apertura di un'inchiesta che esaminerà le azioni del Crown Prosecution Service, della Greater Manchester Police e della Criminal Cases Review Commission negli ultimi 20 anni. Si tratterà comunque di un'indagine non statutaria, il che significa che non potrà costringere i testimoni a presentarsi davanti a una commissione, ma sarà guidata da una figura legale di alto livello che ascolterà tutte le agenzie coinvolte nel caso che hanno promesso piena cooperazione. Rimangono come monito le parole di Andrew Malkinson: «Sono stato finalmente scagionato ma eccomi qui, senza aver ottenuto scuse, spiegazioni, senza lavoro, senza alloggio. Ci si aspetta solo che mi ritiri senza riparazioni per l'enorme buco nero che è stato aperto nella mia vita».