Barack Obama ritiene che non siano emerse prove evidenti che l'ordine per la strage di Orlando sia "venuto" dall'estero. Una forma per mettere indubbio un elemento cui nessuna fonte sembra credere, ossia che Omar Mateen il killer del locale gay, benchè abbia dichiarato fedeltà ad Isis, fosse più di un elemento interno americano (di origine afghane) autoradicalizzatosi in patria senza contatti diretti con lo Stato Islamico. Isis, che solo dopo l'attentato e la notizia che l'uomo aveva agito in suo nome, ha sostenuto che Mateen fosse un loro uomo, è un'organizzazione aperta in cui chiunque commetta un attentato in nome del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi diventa automaticamente un membro dello Stato Islamico.- "Sembra che il killer sia stato ispirato da diverse fonti estremiste su internet" ha spiegato Obama, sottolineando che "l'inchiesta è nelle fasi inziali", al termine di una riunione nell'Ufficio Ovale con, tra gli altri, il direttore dellFbi (sotto accusa per aver indagato 2 volte, nel 2013 e nel 2014, Mateen ma senza trovare alcun elemento utile per fermarlo), James Comey ed il ministro della Sicurezza Interna, Jeh Johnson. Obama ha quindi sostenuto che questo tipo di sparatorie di massa "sarebbe potuta avvenire ovunque" e che sembra sia un caso "di terrorismo 'internò " privo - al momento - di elementi che possano far pensare che sia parte di un complotto più ampio organizzato da Isis. Parole che non prendono in considerazione la struttura aperta dello Stato Islamico nè l'appello lanciato il 21 maggio scorso dal portavoce della formazione, Abu Mohammed al Adnani "a colpire gli Usa". Parole sufficienti a qualunque simpatizzante, americano o straniero, per realizzare un attentato in America. Difficilmente sarà trobvata la "mosking gun" (la prova evidente) che Isis abbia ordinato a Mateen di colpire il locale gay di Orlando. Al 'califfatò non serve. L'importante è che qualcuno dica di agire in suo nome. Il presidente è poi tornato a ribadire il suo messaggio 'ecumenicò: "Dobbiamo ricordare che a prescidenre dalla razza dalla religione o dall'orientamento sessuale, siamo tutti americani". Obama è tornato sull'elemento che gli sta più a cuore: l'eccessiva facilità con cui si può acquistare un'arma negli Stati Uniti. Questo elemnto "può portare ad attentati" ha sostenuto il presidente, parole che confermano l'inconciliabilità della sua posizione con quella della potente lobby delle armi, la National Riffle Association. Nra che grazie al sostegno bipartisan in Congresso è riuscita a bloccare il giro di vite da lui proposto a gennaio 2013 dopo il massacro del 14 dicembre 2012 alla scuola elementare Sandy Hook di Newtown in Connecticut dove vennero massacrato 20 bambini e sei adulti.