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Palestinesi in attesa di aiuti umanitari
Circa 50 persone sono state arrestate a New York dopo aver partecipato a una manifestazione organizzata davanti al Trump International Hotel, nei pressi di Columbus Circle, per chiedere lo stop dell’offensiva israeliana su Gaza e l’ingresso immediato degli aiuti umanitari nella Striscia.
A finire in manette – secondo la polizia – una trentina di attivisti colpevoli di aver bloccato la carreggiata antistante l’hotel. La protesta è stata intitolata «Gli ebrei dicono: basta» e promossa da una rete di sigle ebraiche progressiste tra cui T’ruah, Jews for Economic and Racial Justice, IfNotNow e Israelis for Peace.
«Fermate la fame a Gaza»
«Dobbiamo fare pressione ora, portare più cibo e aiuti a Gaza prima che altri palestinesi muoiano di fame», ha dichiarato T’ruah in un comunicato ufficiale. Gli organizzatori parlano di oltre 900 partecipanti alla mobilitazione.
Tra le voci più forti, quella di Deborah Kaplan, direttrice ad interim di IfNotNow: «Ci opponiamo a queste atrocità non nonostante il nostro ebraismo, ma proprio in nome del nostro ebraismo».
L’intervento del revisore dei conti di New York
Alla manifestazione ha aderito anche Brad Lander, revisore dei conti della città e il più alto funzionario ebreo eletto a New York. «Ieri abbiamo commemorato Tisha B’Av, piangendo la distruzione subita dal popolo ebraico. Oggi – ha detto – siamo qui per denunciare la distruzione perpetrata dallo Stato ebraico».
Il fotografo di Gaza: «Vogliamo solo vivere in pace»
A commuovere la piazza, anche il messaggio di Motaz Azaiza, noto fotografo originario di Gaza: «La mia gente vuole solo vivere in pace, poter uscire di casa per cercare cibo senza il terrore delle bombe. Non vuole più subire la violenza dell’occupazione. Questa follia deve finire».