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Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu speaks to the audience at a conference in Jerusalem, Sunday, July 27, 2025. (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
L’esercito israeliano è pronto a eseguire le decisioni che saranno prese prese dal governo sull’occupazione di Gaza. È quanto sarebbe stato concordato nel corso della riunione ristretta del gabinetto di sicurezza convocata oggi dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a cui hanno partecipato il ministro della Difesa, Isarel Katz, il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir e il ministro degli affari strategici, Ron Dermer e il Capo della Divisione Operazioni, il Maggior Generale Itzik Cohen.
Secondo quanto rivelato da diverse fonti anonime citate da Kan, Ynet e altre testate israeliane «Netanyahu è determinato a occupare la Striscia di Gaza». La riunione però «si è conclusa con divergenze di opinione tra la dirigenza politica e il capo di Stato maggiore, in merito alla tendenza di Netanyahu a promuovere la possibilità di occupare» Gaza, secondo quanto riportato dall’emittente Channel 12.
Le Idf attualmente controllano circa il 75% della Striscia di Gaza, secondo il nuovo piano l’esercito dovrebbe occupare anche il territorio rimanente, portando l’intera enclave palestinese sotto il controllo israeliano, come successo nel 1967 nel corso della guerra dei sei giorni. Nonostante le rassicurazioni sembrerebbe che le Idf e l’establishment della Difesa restino contrari al piano, anche perchè metterebbe gli ostaggi, di cui si ritiene che 20 siano ancora vivi, a rischio di essere giustiziati dai loro rapitori qualora le truppe si avvicinassero al luogo in cui sono trattenuti.
L’ufficio del primo ministro, in una breve nota dopo la riunione ristretta di oggi, ha fatto sapere che «le Idf sono pronte ad attuare qualsiasi decisione presa dal gabinetto di sicurezza», che dovrebbe riunirsi giovedì per decidere i piani. I media dello Stato ebraico avevano riferito delle profonde divisioni tra Netanyahu e alti funzionari militari delle IDF, tra cui Zamir, che avrebbe espresso opposizione al piano. Fonti dell’ufficio di Netanyahu hanno fatto trapelare la posizione del premier: «se il capo dell’esercito non è d’accordo sull’operazione non può che dimettersi».
La contrarietà di Zamir all’occupazione di Gaza sta provocando tensioni nel governo israeliano e la notizia è stata messa in apertura da tutti i giornali israeliani, alimentando un acceso dibattito in cui non sono mancate accuse e polemiche. «Il capo di Stato maggiore è tenuto a dichiarare chiaramente che rispetterà pienamente le istruzioni del livello politico, anche se si decidesse di occupare e sconfiggere», ha scritto su X il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir. «Il capo di Stato maggiore è tenuto a esprimere senza esitazione la sua posizione professionale chiaramente e inequivocabilmente al livello politico. Sono convinto che lo farà», ha spiegato su X il ministro degli esteri Gideon Sa’ar, prendendo le difese di Zamir e chiarendo anche che «la subordinazione dei vertici militari alle decisioni del governo è ovvia». Come sembra esserne convinto il ministro della Difesa, Israel Katz, secondo cui «una volta che la leadership politica avrà preso le sue decisioni, i militari le metteranno in pratica con professionalità, proprio come hanno fatto su ogni fronte della guerra».
La reazione più dura è stata quella di Yair Netanyahu, figlio del primo ministro, che in un post su X ha accusato Zamir di «architettare un colpo di Stato». Netanyahu Jr. ha risposto a un post del corrispondente militare di Yedioth Aharonoth, Yossi Yehoshua, in cui il giornalista sostiene che «se Netanyahu è davvero interessato a prendere la decisione davvero drammatica e divisiva per l’opinione pubblica israeliana, deve presentarsi al popolo, chiarire il prezzo previsto per le vite degli ostaggi e dei soldati che cadranno e dichiarare di assumersi la piena responsabilità, nonostante l’opposizione delle Forze di Difesa Israeliane». Pronta è arrivata la rispota di Yair Netanyahu: «Se chi ti ha dettato quel tweet è chi pensiamo, si tratta di una ribellione e di un tentativo di colpo di stato militare degno di una repubblica delle banane in America Centrale durante gli anni ’70. Questo è completamente criminale», apparentemente affermando che Zamir starebbe tramando per minare l’ordine politico e sociale dello Stato ebraico.
Come riportato dal Times of Israel, dopo aver accusato Zamir, Netanyahu Jr. ha attaccato l’Emiro del Qatar, Tamin Bin Hamad Al Thani e la madre, Moza Bint Nasser, definendoli «Hitler e Goebbels dei giorni nostri» e sostenendo che Doha sia «la forza principale dietro l'ondata senza precedenti di antisemitismo in tutto il mondo, mai vista dagli anni '30 e '40». Il Qatar viene accusato di essere in rapporti stretti con Hamas e di aver inviato finanziamenti alla Striscia di Gaza, aiutando così, seppur in modo indiretto, il Movimento islamista a costruire l’arsenale utilizzato il 7 ottobre 2023.
Doha ha risposto a tono, specificando che i pagamenti in questione sono stati fatti a seguito di pressioni effettuate dal governo israeliano per evitare una crisi umanitaria a Gaza, come sostenuto dallo stesso Netanyahu per difendersi dalle critiche per aver consentito al denaro dello Stato del Golfo di fluire verso la Striscia. C’è poi da tenere a mente che diversi collaboratori di Netanyahu sono sotto inchiesta per legami opachi con il Qatar.