«Siete dinanzi a una responsabilità storica». Queste le parole con cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha salutato le delegazioni di Russia e Ucraina, giunte ieri a Istanbul dove oggi ha avuto luogo un incontro di tre ore che dà seguito alla prima fase del negoziato avvenuta in Bielorussia. Lo spostamento a Istanbul delle trattative era stata di per se una notizia positiva, un’iniezione di fiducia rispetto ai faccia a faccia avvenuti in Bielorussia. Sebbene la località di Gomul non sia lontana dai confini ucraino e russo, la posizione presa dalla Bielorussia al fianco di Mosca aveva sin dal primo momento gettato un’ombra sul negoziato. Un altro segnale positivo la presenza inattesa del magnate russo, di madre ucraina, Roman Abramovich. L’oligarca era stato indicato dal presidente ucraino Volodimir Zelensky come una delle figure chiave in ottica negoziale, tanto che lo stesso Zelensky aveva chiesto di sospendere le sanzioni a carico del magnate. Tuttavia è stato lo stesso vertice a portare notizie positive. Secondo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu si tratta della giornata che ha fatto registrare «i progressi più importanti» e segnato «l’avvicinamento più significativo» tra le parti, considerando che le delegazioni «hanno raggiunto un accordo su diversi punti». Cavusoglu già pensa alla prossima mossa e punta a organizzare un incontro tra ministri degli Esteri di Ucraina e Russia per sciogliere i nodi rimasti irrisolti, come da lui stesso dichiarato. L’offensiva diplomatica della Turchia ottiene un risultato importate perché il dialogo c’è e si avvicina un accordo per Russia un cessate il fuoco. David Arakhamia, uno dei negoziatori della delegazione Ucraina, ha chiesto che la Turchia figuri tra i Paesi garanti dell’accordo, mentre il consigliere di Zelensky Mikhaylo Podolyak, ha dichiarato i risultati di oggi "sufficienti" a organizzare un vertice direttamente tra il presidente russo Vladimir Putin e Zelensky. Un obiettivo cui Erdogan lavora dall’inizio della crisi, un faccia a faccia che secondo il presidente turco è la chiave di volta della crisi. Tuttavia la vera novità riguarda l’apertura da parte della Russia, che ha definito attraverso il vice ministro della Difesa Alexander Fomin "costruttivo" l’incontro di oggi e annuncia una diminuzione dell’intensità delle operazioni militari a Kiev e Cernihiv. Erdogan già nei giorni scorsi aveva mostrato un moderato ottimismo e dichiarato che le prime quattro, delle sei in totale, richieste della Russia non rappresentano un grosso ostacolo alla trattativa. Putin chiede che l’Ucraina accetti la neutralità e non presenti domanda di adesione alla Nato. Allo stesso tempo la Russia chiede che il Paese sia sottoposto a un processo di disarmo, una condizione che potrebbe presentare delle criticità e a proposito della quale Erdogan ha detto che è impensabile un disarmo totale. Il Cremlino vuole riconoscimento e protezione per la lingua russa, punto che non presenta ostacoli secondo Erdogan, così come il capitolo relativo la sicurezza (che ha sostituito la "denazificazione"). Lo scetticismo di Erdogan è riferito al secondo pacchetto di richieste che fa riferimento allo status del Donbass e al riconoscimento del passaggio alla Russia della Crimea. Rispetto al Donbass Erdogan ha definito "intelligente" la mossa di Zelensky di convocare un referendum, la la Crimea rimane un nodo da sciogliere e rappresenta un boccone amaro per la Turchia, linguisticamente e culturalmente vicina ai tartari della penisola che Mosca ha annesso con il referendum del 2014. Referendum mai accettato da Ankara, ma che a questo punto potrebbe ingoiare il rospo per porre fine a un conflitto che alla Turchia è già costato tantissimo in termini economici, ma ha rilanciato l’immagine, l’importanza e il peso di Ankara e dello stesso Erdogan nel panorama internazionale.  

Incontro Putin-Zelensky

Un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin ed il presidente ucraino Volodymyr Zekensky sarà possibile dopo il via libera alla bozza di accordo di pace tra i due Paesi. Lo ha detto il capo delegazione russa ai negoziati di Istanbul, Vladimir Medinsky. La Russia «ridurrà radicalmente» le attività militari fuori Kiev e Cernihiv, ha annunciato il vice ministro della Difesa russo al termine dei colloqui di Istanbul. La decisione è stata presa, ha aggiunto il vice ministro, «per aumentare la fiducia reciproca affinché nei prossimi round di negoziati si arrivi a concordare e firmare un accordo di pace con l’Ucraina». I negoziati tra Russia e Ucraina sono stati «costruttivi», ha detto precisando che l’esito sarà riferito al presidente Vladimir Putin. «Due passi concreti» per la de-escalation del conflitto in Ucraina. Li ha annunciati il capo della delegazione di Mosca ai colloqui di Istanbul, Vladimir Medinsky, precisando che uno è quello militare, ovvero la riduzione «drastica» delle attività militari attorno a Kiev e Cernihiv, secondo quanto detto dal vice ministro della Difesa russo. E l’altro è politico. Ucraina disponibilità allo status di neutralità L’Ucraina ha proposto alla Russia «un nuovo sistema di garanzie» per la sua sicurezza. Lo ha annunciato il capo della delegazione ucraina, David Arakhmia, al termine dei colloqui a Istanbul. Se il sistema di garanzie per la sicurezza dell’Ucraina, proposto alla Russia, dovesse «funzionare», il governo di Kiev accetterebbe lo status di «neutralità», ha dichiarato. Con la neutralità, ha precisato il negoziatore, non ci sarebbero basi straniere in Ucraina. I termini dell’eventuale accordo con la Russia saranno oggetto di un referendum in Ucraina, ha annunciato. L’Ucraina accetta di non entrare nella Nato, ma il processo di adesione all’Ue «non può essere bloccato», ha dichiarato riferendo sulle proposte avanzate alla Russia. Un incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina è «possibile» dopo i colloqui di oggi a Istanbul, ha annunciato. Una delle proposte avanzate da Kiev prevede consultazioni «per un periodo di 15 anni» sullo status della Crimea e durante questo tempo Ucraina e Russia «non useranno le armi», ha annunciato.

Il punto

Le forze ucraine stanno respingendo i militari russi su diversi fronti e in alcune zone a nord-ovest di Kiev «contrattaccano con successo», come nel sobborgo di Irpin, ieri pomeriggio tornato sotto il controllo blu e giallo. Le truppe di Mosca - ha fatto sapere lo Stato maggiore di Kiev - continuano a lanciare attacchi missilistici e sganciare bombe, «cercando di distruggere completamente le infrastrutture e le aree residenziali delle città ucraine». Le forze ucraine hanno «respinto sette attacchi in direzione di Donetsk e Luhansk». Uno scenario confermato dall’intelligence britannica secondo la quale i militari gialli e blu «continuano a condurre contrattacchi localizzati a nord-ovest di Kiev, anche a Irpin, Bucha e Gostomel. Questi attacchi hanno avuto un certo successo e i russi sono stati respinti da diverse posizioni». Nonostante ciò, «la Russia rappresenta ancora una minaccia significativa» per la capitale ucraina «grazie alla sua capacità di attacco».

Mariupol

Quanto a Mariupol, continuano i «pesanti bombardamenti tuttavia il centro della città rimane sotto il controllo ucraino», hanno aggiunto gli 007 di Londra, precisando che «altrove, le forze russe mantengono le posizioni mentre tentano di riorganizzare e ripristinare le loro forze». La vice premier Iryna Vereshchuk ha reso nota l’apertura di tre corridoi umanitari per evacuare i civili dalle città assediate ,dopo una pausa di 24 ore dovuta alle «provocazioni» russe, mentre il governatore dell’oblast di Mykolaiv ha riferito di un attacco russo al palazzo dell’amministrazione regionale della città tra Kherson e Odessa. Sul fronte militare da Mosca, il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha annunciato la distruzione -grazie a missili di precisione - di un terminal di carburante nella regione di Rivne al quale si rifornivano i veicoli militari schierati nei sobborghi della capitale. Le forze russe hanno rivendicato di aver colpito 68 obiettivi militari, tra cui tre centri di comando, e abbattuto tre droni nella zona di Chornobaivka. L’«operazione speciale», come Mosca ha ribattezzato l’invasione ucraina, continua, ha aggiunto Konashenkov. Intanto, il leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha decorato con l’Ordine dell’Amicizia a Mariupol il capo ceceno Ramzan Kadyrov per il suo aiuto nel «liberare la città».

Due persone sono morte nel bombardamento di un palazzo a Mykolaiv

Almeno due persone sono morte nel bombardamento di un palazzo governativo a Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina. Il governatore regionale Vitaly Kim aveva dato la notizia dell'attacco, precisando che la maggior parte delle persone era riuscita a scappare ma otto civili e diversi militari risultavano dispersi.

Erdogan: «Con una pace giusta non ci saranno perdenti»

«È nell’interesse di tutti arrivare a un cessate il fuoco e alla pace il prima possibile. Crediamo che siamo entrati in un periodo nel quale sia necessario ottenere risultati concreti dai negoziati», ha scritto su Twitter il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. «È possibile arrivare a una soluzione che elimina le preoccupazioni legittime delle due parti e che sia accettata come credibile dalla comunità internazionale», ha detto Erdogan. «Un conflitto prolungato non è nell’interesse di nessuno», mentre «con una pace giusta non ci saranno perdenti», ha aggiunto in un altro tweet. «Come Turchia, non abbiamo mai evitato di impegnarci per la pace e la stabilità della nostra regione e altrove», ha dichiarato, spiegando che Ankara «continuerà a fornire le condizioni necessarie a favorire» un accordo tra Kiev e Mosca.

Colloquio Putin-Macron

arà alle 16:30 la telefonata tra il presidente francese, Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin. I due leader parleranno di una mega operazione umanitaria di evacuazione di Mariupol in collaborazione con la Grecia e la Turchia. Lo rende noto Le Figaro secondo cui il capo dell'Eliseo vorrebbe assicurarsi della fattibilità dell'operazione con il suo omologo del Cremlino. Macron, secondo quanto fanno sapere dal suo entourage, ha anche precisato che l'obiettivo era di lanciare l'operazione "nei prossimi giorni". Macron avrebbe anche rimproverato a Mosca un "non rispetto per le operazioni umanitarie internazionali".

Zelensky chiede di rafforzare le sanzioni contro la Russia

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando in videocollegamento con il Parlamento danese, ha ribadito la necessità di rafforzare le sanzioni contro la Russia e di bloccare porti e commerci della Federazione.

Peskov, Abramovich è un mediatore con il consenso di tutti

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato il coinvolgimento "non ufficiale" del magnate russo Roman Abramovich nelle trattative di pace tra Mosca e Kiev, con il consenso di entrambe le parti. "Abramovich si è impegnato nel garantire determinati contatti tra la parte russa e la parte ucraina", ha spiegato Peskov, "non è un membro ufficiale della delegazione. La nostra delegazione è guidata dal consigliere presidenziale Medinsky. Nondimeno, Abramovich è anche presente a Istanbul dal nostro lato". La partecipazione di Abramovich ai colloqui, ha aggiunto il portavoce, ha il consenso sia della Russia che dell'Ucraina.

L'avvertimento di Kuleba ai delegati, non mangiate né toccate le superfici

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha esortato i negoziatori impegnati nei colloqui con la Russia a Istanbul a "non mangiare e bere nulla e preferibilmente evitare di toccare superfici". Ieri, sui media è circolata la notizia che l'oligarca russo Roman Abramovich insieme ad altri due membri della delegazione di Kiev sia stato avvelenato in occasione dei primi incontri tra i due gruppi.

Biden: Putin dittatore che vuole ricostruire l'impero

"Un dittatore deciso a ricostruire un impero non cancellerà mai l'amore di un popolo per la libertà. La brutalità non distruggerà mai la volontà di essere liberi. L'Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia". Così recita un post su Twitter del presidente americano Joe Biden.

L'Aiea chiede di ridurre i rischi di incidente nucleare in Ucraina

"Il conflitto militare sta mettendo le centrali nucleari ucraine e altre strutture con materiale radioattivo in una situazione di pericolo senza precedenti" al quale bisogna rispondere con "azioni urgenti per assicurarci che possano continuare a operare in sicurezza e ridurre il rischio di un incidente nucleare che avrebbe un impatto in Ucraina e oltre". Lo ha sottolineato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, in visita in Ucraina per la prima volta da quando le forze russe hanno invaso il Paese e preso il controllo di diversi siti nucleari, tra cui Chernobyl.