Ci sono momenti in cui mi chiedo se quanto ho sostenuto per molti anni sulla dimensione civile dell’Europa non sia stata una sorta di auto imbroglio con cui ho chiuso gli occhi di fronte al declino morale che lentamente ma inesorabilmente ci stava avvolgendo.Quanto sta succedendo al Brennero ci mette di fronte ad un gesto che è nello stesso tempo violento e inquietante.Nella storia dell’uomo il tracciare confini evoca sempre storie dolorose di divisione e molte volte di morte e di discriminazione.Pensiamo alle morti, dei migranti che sfidano i confini nel deserto, oppure le acque increspate del mar Mediterraneo.Dentro questa vicenda vedo anche morire il grande sogno di un continente in cui si può liberamente arrivare, partire e cercare rifugio.Questi pensieri, venati da un profondo pessimismo, nascono e si accentuano di fronte alla decisione del Governo Austriaco di impedire, come “precauzione” ostativa, il passaggio dei migranti e dei richiedenti asilo dal Brennero dopo la chiusura della "rotta balcanica" e il vergognoso baratto con la Turchia.In tutto questo percepisco l’emergere di una crudeltà che speravo fosse stata estinta, e mi chiedo come è possibile che stati democratici, di fronte alla disperazione di tante persone che hanno superato difficoltà immani per sfuggire alla guerra, alle dittature e, perché no, alla fame e alla miseria, volgano lo sguardo altrove?Con la scusa di salvarla dal populismo, si stanno minando i valori stessi della democrazia che per sua natura deve sempre essere aperta alla solidarietà. Vedere in Televisione o leggere sui giornali i preparativi per la costruzione di una barriera ai confini del mio Paese mi indigna.Ripristinare le frontiere non significa solo chiudere fuori, ma anche chiudersi dentro e pertanto rinunciare alla potenzialità dell’apertura. Ci sono grandi responsabilità dell’Europa che con un accordo vergognoso ha barattato i migranti con la Turchia.Queste cose, ai perbenisti, benpensanti che fondano il loro pensare sul realismo politico, possono sembrare misure di buon senso, mentre, al contrario, le frasi che sentiamo ripetere o proclamare: “non possiamo prenderli tutti” o “aiutiamoli a casa loro” non sono altro che l’espressione di una ipocrisia che nasconde l’indifferenza o l’ostilità verso la sorte di migliaia di persone, di donne e bambini.Non è questa l’Europa che ho sognato. Capisco che l’arrivo di stranieri genera apprensioni e timori, lo straniero è lo sconosciuto ma è proprio questa condizione che ci dovrebbe spingere a capire e a comprendere chi è realmente, quali problemi e opportunità si accompagnano a questo forestiero che bussa alla nostra porta e che forse è messaggero di vitalità per una società stanca che non riesce più a essere generativa.Siamo convinti che l’Europa in pieno declino demografico non abbia possibilità di accoglienza? Oppure dobbiamo iniziare ad essere consapevoli come nel nostro inconscio siano presenti tracce di xenofobia, pericolose perché inespresse.Quello che sta succedendo al Brennero è inconciliabile con l’idea di un’Europa aperta. Comunque s’interpreti quanto sta avvenendo inserisce una incrinatura, che la libera circolazione delle persone con il superamento del confine, aveva sanato rendendo possibile che la differenza di nazionalità non fosse divisione di territorio e di popolazioni.È un segnale doloroso per i Tirolesi del sud e del nord. Il trattato di Schengen ha fortemente contribuito al superamento concreto della separazione tra i due Tirolo, rendendo i confini nazionali un fatto formale. Era la prova concreta che i confini potevano trasformarsi in qualche cosa di diverso e divenire, da luoghi di separazione, in aree di incontro e di contaminazione culturale e di comunanza di vita.Con la rierezione dei confini non si tengono fuori solo i migranti, ma si ripristinano separazioni e divisioni che pensavamo superate.Il nostro Governo deve assumere nei confronti dell’Austria una posizione netta e rigorosa, deve chiedere alla Unione Europea l’assunzione di forti misure. Inoltre, va tenuto presente che la chiusura del Brennero non farà altro che far aumentare gli arrivi via mare e con essi le morti in mare.Nello stesso tempo che l’Austria rimette il confine al Brennero è iniziato il “trasferimento “dei migranti e dei profughi da Lesbo e da altri porti greci verso la Turchia. Dove vanno queste persone? Dove si collocheranno i tanti bambini e adolescenti e con quale idea di Europa cresceranno? Verranno rimandati in Siria come ha denunciato Amnesty International? Domande a cui si risponde che le misure restrittive servono per contenere la destra populista. Ma non è così!I fatti e le azioni che sono state messe in atto da molti stati europei e dalla stessa Unione Europea sono immorali, perché trasformano gli obblighi umanitari internazionali e i diritti umani in chiusure e discriminazioni. I migranti, i richiedenti artisti asilo e i rifugiati sono esseri umani, non numeri. Non si può permettere che ci siano Stati che si attivano a non rispettare gli impegni e gli accordi internazionali, quando questo significa che si mina la dignità umana e i diritti uguali e inalienabili di ogni essere umano.C’è bisogno di una controffensiva culturale che ripristini i riferimenti ai diritti dell’uomo e i valori dell’umanesimo europeo.