I carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese hanno arrestato i membri di una banda di hacker capace di sottrarre dati sensibili e informazioni riservate da banche dati pubbliche come quelle di Guardia di Finanza, forze dell’ordine e Inps per fini economici. I militari hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari contro 6 persone e decreti di sequestro di società, disposti dal gip di Milano su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia.

La banda sarebbe specializzata nell’esfiltrazione di dati sensibili per guadagno economico. Gli hacker avrebbero preso di mira Banche dati strategiche nazionali, come lo Sdi delle forze dell’ordine, Serpico usato dall’Agenzia dell’Entrate e Guardia di Finanza, Inpd, Anagrafe nazionale e il Sistema informativo valutario, carpendo informazioni anagrafiche, sanitarie, finanziarie e contributive ed eventuali precedenti penali e di polizia di privati cittadini, imprenditori, politici, vip e giornalisti. Il procuratore di Milano Marcello Viola ha annunciato una conferenza stampa per le 11.30 di oggi.

L’indagine si concentra su una società di investigazioni private, la Equalize, attualmente sotto sequestro e situata in via Pattari a Milano. Tra i principali soci figura Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, insieme a Carmine Gallo, ex poliziotto in pensione, in qualità di socio di minoranza. Pazzali risulta tra gli indagati, mentre Gallo è stato posto agli arresti domiciliari. Anche una giudice è sotto inchiesta per un accesso sospetto. L’organizzazione, al centro dell’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, comprenderebbe criminali informatici e almeno tre uomini in divisa ancora in servizio, che avrebbero agito su commissione. Un quadro che sembra anche più grave di quello emerso nell’indagine a Perugia, dove le informazioni carpite non venivano rivendute a soggetti terzi. In questo caso, invece, il procuratore Viola parla di «finalità di profitto economico e anche di altra natura».

Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, e il banchiere-finanziere Matteo Arpe sono tra gli indagati. In particolare Del Vecchio jr. avrebbe commissionato ricerche di informazioni durante la complicata vicenda ereditaria della dinastia industriale che, attraverso Delfin, possiede azioni di Mediobanca, Generali, Luxottica e altre.

Nell’inchiesta è coinvolta anche la società di sicurezza e intelligence Skp, che annovera fra i fondatori Luca Antonio Tartaglia, ex guardia del corpo di Silvio Berlusconi. Il coinvolgimento attraverso ex dipendenti della Skpnell’inchiesta del pm Francesco De Tommasi e il sostituto Antonio Ardituro della Dna, con il Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese, è stato anticipato questa mattina da La Stampa e confermato da fonti investigative. Il gruppo conta tra i fondatori l’ex poliziotto Roberto Lombardi, 32 anni nelle forze dell’ordine prima di darsi al privato, e Daniele Rovini. È nato nel 2004 per occuparsi di vigilanza, investigazioni, ronde, videosorveglianza, security nelle discoteche e nei locali di Milano per poi virare il proprio business verso un profilo industriale di alto livello. Offre servizi e soluzioni che arrivano fino all’intelligence, l’anti-pirateria, strumenti per forze di polizia giudiziaria e Procure. L

a Equalize srl, al centro del fascicolo con le ipotesi a vario titolo di associazione a delinquere, intercettazioni illegali, accesso abusivo a sistema informatico, corruzione e violazione di segreto, è stata fondata da Gallo, per decenni collaboratore di magistrati come l’ex capo dell’Antiterrorismo milanese, Alberto Nobili di cui è stato testimone di nozze. L’ex poliziotto 66enne è amministratore delegato della società con il 5% delle quote. Il resto delle azioni è in mano al presidente Pazzali, 60 anni, già manager nel settore pubblico e privato in Eur Vodafone, Fiera Milano, Sogei. La Equalize con 1,9 milioni di euro di giro d’affari e 648mila euro di utile nel 2023 si occupa di servizi di “gestione dati e informazioni commerciali” e “reti informatiche”, “investigazioni” e “verifiche dei sistemi di controllo”, management reputation. Da quanto si apprende da fonti investigative a essere indagato per associazione a delinquere è Daniele Rovini nel filone dell’inchiesta che riguarda il gruppo di intelligence privata Skp.

Sono «decin»” gli indagati. Lo hanno detto il procuratore di Milano, Marcello Viola, e il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo in conferenza stampa. Si tratta di «migliaia di accessi abusivi a sistemi informatici» dal 2022 a oggi, quando sono iniziate le indagini sulla rete di hacker e appartenenti o ex alle forze dell’ordine. Il gip di Milano, Fabrizio Filice, ha accolto la richiesta di misure cautelari nei confronti di 6 soggetti mentre i pm avevano chiesto di arrestare un numero superiore di persone. Contro l’ordinanza verra proposto dalla Procura ricorso al tribunale del Riesame.

I dossier illegali sarebbero stati commissionati al gruppo di hacker e agenti delle forze dell’ordine anche da «importanti imprese operanti in Italia e all’estero» e «studi legali», ha spiegato Viola in conferenza stampa illustrando i dettagli dell’operazione sul spionaggio illecito di informazioni riservate. «Su richiesta dei clienti», ha spiegato Viola, una serie di agenzie di intelligence privata (sono 3 quelle sequestrate dal gip) fornivano «report e dossier con informazioni illegalmente raccolte» che però venivano «camuffate come provenienti da fonti giornalistiche» o altre fonti aperte.

Sarebbero stati in grado di intercettare «mail, chat e whatsapp», di acquisire «tabulati di traffico telefonico» e il «posizionamento dei cellulari» in tempo reale i membri dell’organizzazione raggiunta da misure cautelari e decreti di perquisizione della Dda di Milano per associazione a delinquere, accessi abusivi a sistemi informatici, corruzione e intercettazioni illegali. Nell’impianto accusatorio – solo parzialmente accolto dal gip – sono contestati anche i reati di favoreggiamento personale e detenzione e installazione di apparecchiature per intercettare le comunicazioni. Tra le società coinvolte anche dei fornitori o ex fornitori in passato di alcune Procure d’Italia.

Un’indagine che «consente di iniziare a unire qualche puntino» per «comprendere il funzionamento di un gigantesco mercato delle informazioni riservate», ha commentato Melillo. Un «quadro allarmante», ha detto aggiunto, spiegando come non sia mai stato «esplorato organicamente» il «sistema di attentati alla sicurezza cibernetica nazionale». Tra i «contenuti» e le «persone» spiate il «fronte di maggiore interesse – ha aggiunto Viola -, sembra quello del mondo dell’economia, della finanza e dell’imprenditoria». La banda di hacker e ex poliziotti di cui alcuni ancora in servizio avrebbe realizzato con i dossier illeciti «centinaia di migliaia di euro di profitti» negli ultimi 2 anni.