La presidente del Consiglio Giorgia Meloni rientra in Italia in anticipo dal Giappone a causa dell'emergenza maltempo. Di conseguenza, la premier ha anticipato alle 16 di oggi la conferenza stampa sul summit del G7 a cui ha preso parte a Hiroshima, vertice che si chiuderà soltanto domani. Successivamente, quando in Giappone sarà notte fonda, Meloni salirà sul volo di Stato che la ricondurrà in Italia.

«Non riesco più a stare lontano dall'Italia in un momento tanto complesso – ha spiegato -, ho bisogno di lavorare in prima persona per dare le risposte necessarie: voglio ringraziare le 5.000 persone che stanno dando una mano come tutti i ministri che si stanno occupando. La mia coscienza mi impone di tornare».

Intanto è convocato per domani alle il Consiglio dei ministri, che sarà dedicato in larga parte ai primi urgenti provvedimenti relativi alla grave alluvione che ha colpito le popolazioni dell’Emilia-Romagna, e di alcune zone delle Marche e della Toscana. Oltre alla rimodulazione dell’ordinanza di Protezione civile, che aveva già dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza, con l’estensione del perimetro della relativa area, all’ordine del giorno ci sarà un decreto-legge con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo. Al termine del Cdm la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i ministri aventi a vario titolo competenza per l’emergenza, incontrerà il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che sarà accompagnato da rappresentanti delle parti sociali del territorio.

«Ho bisogno del tempo necessario per organizzare al meglio il Cdm e i provvedimenti che saranno approvati nella giornata di martedì» per l'alluvione in Emilia-Romagna, ha affermato la presidente in un punto stampa dal G7 di Hiroshima. 

Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, in apertura della sesta sessione di lavori del G7 ha espresso vicinanza e solidarietà al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e all'Italia per la grave alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna. «Esprimo il mio cordoglio per le vittime e per quanto sta accadendo in Italia», ha affermato Kishida.

«L'Ucraina sa di poter contare sul sostegno italiano a 360 gradi – ha spiegato Meloni -. In questi due giorni abbiamo portato il nostro punto di vista».

«Con Macron è andata bene come i precedenti incontri – ha spiegato Meloni -, siamo concreti al di là delle cose in campagna elettorale che ciascuno di noi ha. Siamo due Paesi vicini su moltissimi dossier. Il prossimo Consiglio Ue deve agire subito sulla Tunisia e c'è piena disponibilità a dare una mano non tanto all'Italia ma all'Europa di cui siamo la frontiera. Non possiamo diventare un campo profughi, l'unico mezzo è difendere la frontiera esterna».

«Chiaramente dovremo stanziare le risorse per l'emergenza, per quelle della ricostruzione dobbiamo aspettare di capire di più parlando con le persone. Le risorse le troviamo, da qui grande disponibilità da Biden all'Ue. Non grazie a me ma al ruolo dell'Italia», ha affermato la premier.

Sul memorandum sulla Via della Seta, ha spiegato la premier, dal G7 «non ho ricevuto nessuna pressione, non è stato mai citato». È «una valutazione delicata che abbiamo tempo per fare, ma è una valutazione che va fatta con gli attori in campo, che è il Parlamento», ha aggiunto.

«Credo che Trudeau fosse vittima di una fake news, di certa propaganda che arriva» ma, quando «chiedi nel merito, ciò di cui parliamo non si ha notizia», ha detto la premier all'indomani del botta e risposta con il premier canadese sui diritti Lgbtq. «Con Trudeau siamo venuti a capo della vicenda, probabilmente è stato un po' avventato, ho spiegato che noi non abbiamo fatto nessun provvedimento in materia. Questo - ha concluso Meloni - accade quando si è particolarmente vittime della propaganda che non corrisponde alla verità, sono cose che possono accadere».

Gli sfollati salgono a 36mila, allerta rossa per rischio frane

«Gli evacuati sono saliti a 36mila, di questi 5mila sono presso hub istituiti da Comuni, mentre gli altri sono in autonoma sistemazione», ha fatto sapere la vicepresidente della Regione Emilia Romagna con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, nel corso del punto stampa sul Maltempo. «Più di 36.600 persone hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione; la maggior parte, 27.775, nel ravennate, poi 4.830 in provincia di Forlì-Cesena e 4.012 nel bolognese», ha precisato la Regione Emilia Romagna in una nota. Gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 4.963 (di cui 3.652 nel ravennate, 798 nel bolognese, 509 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti).

Prima stima danni a infrastrutture: 620 milioni

Oltre 620 milioni di danni alle infrastrutture dell’Emilia-Romagna, tra rete viaria e ferrovie. È una prima stima, molto sommaria, tenuto conto che manca gran parte della viabilità comunale. Lo comunica la Regione Emilia Romagna in una nota. Oggi pomeriggio il vertice a Bologna, in Prefettura, alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dell’assessore ai Trasporti e Infrastrutture, Andrea Corsini, e dei ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti) e Matteo Piantedosi (Interno). Per quanto riguarda la Città metropolitana di Bologna, i danni alla viabilità ammonterebbero a 110 milioni di euro. Per la provincia di Forlì-Cesena, si parla di 95 milioni, a cui si aggiungono, per la sola viabilità comunale, 42,5 milioni a Cesena, 2-3 milioni a Bertinoro e 1,7 milioni a Galeata. Nel ravennate, una prima stima oscilla tra 120 e 150 milioni di euro. Nel riminese, al momento ci sarebbero 8 milioni di danni, a cui vanno aggiunti per la viabilità comunale 1 milione a Rimini, 700mila euro a Maiolo e 4 milioni a Sant’Agata Feltria.

«Si tratta di un totale molto parziale, perché manca ancora la maggior parte della viabilità comunale– spiega Corsini-; ancora incompleta anche la stima per quella provinciale, su cui nei prossimi giorni partirà la verifica. Serviranno indubbiamente molte risorse dal Governo per ripristinare nel più breve tempo possibile la viabilità di accesso e collegamento alle località collinari e appenniniche, partendo da quelle frazioni e quei paesi completamente isolati. Abbiamo bisogno del Governo– conclude l’assessore-, non solo per le risorse ingenti che serviranno ma anche per strumenti e norme speciali per velocizzare gli iter di ricostruzione». Per quanto riguarda la parte di competenza di Anas (viabilità statale), ad oggi la stima è di 100 milioni di euro di danni.Poi c’è tutta la parte delle ferrovie, con una stima totale dei danni che al momento arriva a 105 milioni, di cui 90 per infrastrutture in capo a RFI e 15 di competenza di Fer.

In Emilia Romagna allerta rossa per rischio frane

In Emilia Romagna “«’è ancora allerta rossa per quanto riguarda il rischio frane», ha aggiunto la vicepresidente Priolo. «Sono 305 le frane principali che abbiamo nelle nostre province, il territorio più interessato è quello di Cesena, dove si sono registrate 127 frane, l’altra parte importante la fa Ravenna».