Il presidente Trump con la consueta prosopopea lo ha definito «l’accordo del Secolo» e «una svolta storica dopo 70 anni di fallimenti». Di sicuro il piano per il Medio Oriente presentato dal tycoon in presenza del premier israeliano Netanyahu si vuole ambizioso e «del tutto diverso da quello delle precedenti amministrazioni e che raddoppierà i territori dei palestinesi» . Oltre ottanta pagine per illustrare due grandi pilastri: la creazione di uno Stato autonomo palestinese da una parte e la ratificazione di Gerusalemme capitale d’Israele dall’altra ( ma nella zona est della città). Una soluzione che potrebbe riaprire le porte al ritorno di migliaia di profughi palestinesi, anche se Netanyahu continua a dirsi fermamente contrario a questa ipotesi.

Trump, ha parlato del suo piano come «una soluzione realistica a due Stati», Israele e la Palestina, che includa un territorio «contiguo» per i palestinesi se rinunciano al terrorismo. «Questa mappa raddoppierà il territorio dei palestinesi, con un capitale a Gerusalemme Est, dove gli Usa apriranno orgogliosamente un'ambasciata», ha continuato il presidente statunitense, Il quale ha aggiunto che «nessun palestinese sarà sradicato dalle sue case». E che Gerusalemme sarà considerata «città aperta». «Nel mio viaggio in Israele - ha aggiunto - ho incontrato anche il presidente palestinese a Betlemme e sono rimasto colpito dalla fede dei palestinesi. Meritano una vita migliore. I palestinesi sono rimasti intrappolati nella violenza, nel terrorismo, c'è chi li ha usati per portare avanti l'estremismo» ha detto ancora Trump secondo cui «lo Stato di Israele cerca la pace e la pace va al di là della politica».

Da buon imprenditore Trump ha spiegato che il suo piano verrà corroborato da ingenti investimenti: circa cinquanta miliardi di dollari «a patto che vengano isolati gli estremisti di Hamas».

Il presidente ha quindi rimarcato che nel futuro Stato palestinese «sarà creato un milione di posti di lavoro, il pil raddoppierà e ci saranno molte più opportunità per i palestinesi. Il nostro progetto - ha aggiunto- metterà fine al ciclo di aiuti» dall’estero ed i palestinesi «potranno andare avanti da soli». Tutto molto bello, ma finora dall’Anp non è pervenuto alcun commento e le prime indiscrezioni suggeriscono una reazione negativa da parte dell’autorità palestinese.

Un “dettaglio” che è stato fatto notare ieri dalla Russia la quale ha fatto sapere che «studierà» il piano di Trump, ma che senza un’adesione dei palestinesi e dei paesi arabi le buoni intenzioni dell’inquilino della Casa Bianca resteranno lettera morta. E le prime reazioni provenienti dal mondo arabo sono tutte contrarie. A cominciare naturalmente dai palestinesi. Il leader Abbas ha affermato che «è impossibile per qualsiasi bambino palestinese, arabo, musulmano o cristiano accettare uno stato palestinese senza Gerusalemme come capitale».

Identica per una volta la posizione di Hamas e a Gaza ieri è subito stata organizzata una manifestazione, “una giornata di Rabbia” come è stata chiamata. Ma le critiche sono piovute anche dalla Lega Araba che ha definito il piano di Trump segnato da «un gran numero di violazioni dei diritti dei palestinesi». Fortemente contrario il leader spirituale sciita al-Sistani così come il primo ministro libanese Hassan Diab. E pesantissime sono state le dichiarazioni di Recep Erdogan che dalla Turchia ha bollato tutto come «completamente inaccettabile.»