«Così posso stare in piazza, giusto?». Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, si presenta con un passamontagna in testa in piazza Bocca della Verità, a Roma, per la contromanifestazione "No Mask" organizzata da estrema destra e gilet gialli. E a chi gli chiede come mai la sua organizzazione non si sia unita gli altri manifestanti di Piazza San Giovanni, Castellino spiega: «Siamo venuti qui perché a piazza San Giovanni rispettano il distanziamento e indossano la mascherina. Come si fa a dire di volere la liberazione nazionale se si rispettano queste regole e addirittura si chiama la polizia per intervenire se qualche manifestante non lo fa?». Invece, Forza Nuova ha altre modalità di stare in piazza. «Noi vogliamo liberare davvero il nostro popolo, non ci interessa una logica di opposti estremismi. Appartiene a un mondo superato». Alla manifestazione dell'estrema destra, dove è presente anche il leader nazionale del partito Roberto Fiore (rigorosamente senza mascherina), si contano poche decine di partecipanti.  Ma molto motivati, come il ragazzo che commenta: «È un insulto alle vostre coscienze. Siamo tutti positivi, questa è la verità. La mascherina è un simbolo di sottomissione». Perché invece ai militanti di Forza Nuova, solitamente poco avvezzi alle "smancerie", adesso viene naturale «abbracciarci e baciarci, ora cercano di toglierci anche questo», spiega il ragazzo. «Hanno fatto morire 35 mila persone e non è stata fatta loro nemmeno l’autopsia» Tra i presenti lo slogan più in voga è «basta con il terrorismo dell’emergenza». E tra i responsabili di questo clima si indica il governo Conte che, «a suon di dpcm ci sta negando ogni libertà. Persino quella di respirare all’aria aperta». Forse per precauzione, forse per evitare multe, qualcuno tiene la mascherina sul volto, «altrimenti ci multano e sciolgono la manifestazione, e noi non vogliamo questo perché abbiamo intenti pacifici. Comunque non serve anzi è dannosa». Ma i duri e puri ribattono: «Nessuno può obbligarci. La legge dice che non si può girare con il volto coperto». A vigilare, affinché venga rispettata la libertà di manifestare in sicurezza, schierate le forze dell’ordine. Anche gli agenti finiscono nel mirino di alcuni manifestanti, accusati di «essere al servizio di Conte, invece che dei cittadini». Insulti, immancabili, anche per i giornalisti, «che alterano la realtà, al servizio di editori e poteri forti interessati a utilizzare l’emergenza sanitaria per sottomettere il popolo».