La Corte Penale Internazionale (CPI) ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato da Israele contro i mandati di arresto emessi nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Il procuratore della CPI, Karim Khan, ha motivato la sua decisione sottolineando che l’appello non rispetta i requisiti legali previsti dalle norme della Corte.

Khan ha evidenziato che la contestazione israeliana non riguarda l’ammissibilità, un requisito essenziale per simili ricorsi, ma si focalizza su questioni procedurali legate all’indagine. Il procuratore ha citato sentenze precedenti per rafforzare la sua posizione e ha sostenuto che la competenza dovrebbe rimanere alla Camera "Pre-Trial", dove Israele ha già presentato una richiesta separata.

Khan ha aggiunto che non esistono basi giuridiche per sospendere i mandati di arresto. La decisione finale sull’esame del ricorso di Israele spetterà alla Camera d’Appello, che non si è ancora pronunciata in merito.

Intercettato drone lanciato dall’Iraq

Nella stessa giornata, l’IDF ha comunicato di aver intercettato un drone nel Mar Mediterraneo. Secondo le forze armate israeliane, il velivolo sarebbe stato lanciato dall’Iraq e si dirigeva verso il territorio israeliano.

Durante la notte, un altro drone, proveniente anch’esso dall’Iraq, è stato abbattuto dall’aeronautica militare israeliana. Questi eventi sottolineano l’alta tensione nell’area, evidenziando la necessità di un controllo rafforzato nello spazio aereo e nelle acque del Mediterraneo.

Il fronte diplomatico

Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti hanno nominato il maggiore generale Jasper Jeffers per coordinare il meccanismo di cessazione delle ostilità tra Israele e Libano. Il ruolo sarà condiviso con l’inviato speciale del presidente Joe Biden, Amos Hochstein, e il meccanismo includerà diverse forze internazionali, tra cui le Forze di difesa israeliane (IDF), le Forze armate libanesi e le Forze di interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil).

Hochstein ha dichiarato che «gli Stati Uniti guideranno il processo per garantire la stabilità nella regione».

In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Congresso delle ACLI, ha commentato la tregua raggiunta tra Israele e Hezbollah. «È una tregua fragile, ma può servire per agevolare il cessate il fuoco anche a Gaza» ha affermato.

Tajani ha ribadito l’impegno italiano nell’inviare aiuti umanitari, inclusi 70 tonnellate di beni di prima necessità, e ha sottolineato la necessità di un dialogo diplomatico più intenso per raggiungere una pace stabile.

«Non riconosciamo Hamas, ma la reazione di Israele non ci ha convinto. Serve un piano per ricostruire Gaza e riunificare la Palestina in una realtà accettata da Israele e dalla comunità internazionale» ha concluso il ministro.