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Diffondere la filosofia della ' seconda opportunità' per le donne detenute e della ' doppia vita' per i tessuti: questi gli obiettivi del progetto “Made in carcere” ( www. madeincarcere. it), nato nel 2007, grazie a Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa, una cooperativa sociale senza scopo di lucro. «L’iniziativa nasce paradossalmente da un fallimento - ci spiega l’ideatrice -: anni fa avevo brevettato un collo di camicia su cui stavano lavorando 15 detenute che però poi sono uscite tutte con l’indulto. Abbiamo dovuto ricominciare daccapo e lo abbiamo fatto con un progetto più semplice che ora per noi tutte è motivo di orgoglio».
Venti detenute della Casa circondariale Borgo San Nicola di Lecce e di quella di Trani sono infatti oggi impegnate nella produzione di borse, shopper bags, braccialetti, cuscini, porta tablet, foulard, bomboniere e tanti altri accessori. A queste donne ci racconta sempre Luciana «viene offerto un percorso formativo, con lo scopo di un definitivo reinserimento nella società lavorativa e civile. Imparano un mestiere e hanno un regolare contratto. Questo permette di raggiungere tre importanti obiettivi: acquisire una competenza sartoriale utile per quando usciranno dal carcere; imparare a lavorare, conseguire un metodo di lavoro e avere la responsabilità degli impegni assunti; essendo retribuite, aiutare la famiglia all’esterno, comprare ad esempio i libri, gli apparecchi dentali, l’abito della prima comunione ai loro figli che così non si sentono più esclusi della società perché anche loro hanno un mamma che contribuisce alla loro vita». Un messaggio di speranza, di solidarietà, di libertà ma anche di rispetto per l’ambiente. «Utilizziamo per i nostri prodotti merce di recupero. Sono manufatti che nascono dall’utilizzo di materiali e tessuti esclusivamente di scarto, provenienti da aziende italiane, circa 200 in tutto il territorio nazionale, che credono in noi e particolarmente sensibili alle tematiche sociali e ambientali. Questo nostro progetto vince quindi due volte: le detenute hanno la concreta possibilità di reinserirsi una volta scontata la pena, e chi dona il materiale è felice perché lo vede rivivere nelle nostre creazioni».
La qualità e l’eticità dei prodotti realizzati dalle detenute di “Made in Carcere” è certificata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria attraverso il marchio “Sigillo”.
Luciana Delle Donne non si ferma e mette in cantiere altre iniziative solidali: «Stiamo per partire anche con un nuovo progetto su Matera, che sarà capitale europea della cultura nel 2019 e stiamo cercando, anche se con un po’ di fatica, di intraprendere un percorso lavorativo con diversi carceri minorili con un progetto legato al cibo; in particolare vorremmo produrre un biscotto vegano con una ricetta antica che recupera i migliori prodotti della nostra terra». Tra i clienti affezionati e i personaggi che hanno prestato il loro volto alle iniziative di Luciana Delle Donne ci sono Serena Dandini, Nichi Vendola, Lella Costa, i Negramaro, Checco Zalone e persino Papa Francesco che in qualche occasione ha indossato un braccialetto delle sarte pugliesi. Attraverso questi progetti “Made in Carcere” ha collezionato diversi riconoscimenti e premi, tra cui quello della prima edizione del “Premio Non sprecare', in occasione delle Giornate europee contro lo Spreco promosse con il patrocinio del Parlamento europeo.