"Genova non si arrende, continuerà a lottare, come altre volte". Le parole del cardinale Angelo Bagnasco risuonano nel silenzio assoluto della Fiera di Genova, stracolma di persone arrivate per dare l'ultimo saluto alle vittime del crollo del ponte Morandi. Poi Bagnasco ha chiesto "doverosa giustizia" per dare risposta  "allo smarrimento generale, il tumulto dei sentimenti, i perché incalzanti" suscitati dalla tragedia. "Siamo qui - ha spiegato il porporato - per affidarci alla misericordia e alla consolazione che solo Dio può dare. Sappiamo che qualunque parola umana, seppure sincera, è poca cosa di fronte alla tragedia, cosi come ogni doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire". "L'iniziale incredulità e poi la dimensione crescente della catastrofe, ci hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera brutale l'inesorabile fragilità della condizione umana", ha continuato il cardinale per il quale anche in questo difficilissimo momento "Gesù mostra che di Dio ci possiamo fidare anche se non sempre ci sono chiare le vicende umane". "La fede - ha spiegato - non dissipa tutte le nostre tenebre, ma illumina il cammino passo dopo passo, giorno dopo giorno. La sua risposta ai nostri tormenti è innanzitutto una presenza che ci accompagna: Gesù crocifisso, e la Madonna sotto la croce del Figlio, sono l'immagine e il segno più evidenti che il Signore non ci abbandona, ma ci precede". Poi il saluto del pontefice:  "Papa Francesco anche ieri sera, con una telefonata affettuosa, ha voluto manifestarci la sua prossimità", ha rivelato il Cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova, nella sua omelia. "In questi giorni - ha aggiunto rivelando indirettamente le parole di Bergoglio - ovunque si innalza a Dio un'onda di preghiera. Genova è nello sguardo del mondo, in un grande abbraccio di commozione, di affetto e di attesa". "La ferita è profonda, e fatta innanzitutto dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, per i loro familiari, i feriti, i molti sfollati", ha poi aggiunto Bagnasco. "Il crollo del ponte Morandi sul torrente Polcevera ha provocato - ha scandito il cardinale - uno squarcio nel cuore di Genova. Innumerevoli sono i segni di sgomento e di vicinanza giunti non solo dall'Italia, ma anche da molte parti del mondo". Ai funerali erano presenti le massime autorità dello Stato, a cominciare dal capo dello Stato, accolto da un applauso molto lungo . In prima fila anche il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.