A che punto sono i diritti civili in Italia? Se c’è un luogo adatto a stilare un bilancio, quello è il Congresso dell’Associazione Luca Coscioni. Che da anni porta le sue battaglie nelle piazze e nei tribunali, mantenendo un filo diretto con i cittadini che chiedono spazi di autodeterminazione nel campo dei temi etici.

La due giorni prenderà il via domani ad Orvieto, in Umbria: la Regione di Luca Coscioni e anche di Laura Santi, protagonista nell’ultimo anno della campagna sul fine vita. Affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, la giornalista 50enne è morta lo scorso luglio nella sua casa di Perugia dopo aver ottenuto il via libera al suicidio assistito. La sua lunga battaglia per il sì e la sua importante eredità di parole saranno il filo conduttore dell’intero Congresso, alla quale prenderà parte anche suo marito Stefano Massoli.

Ma all’appuntamento umbro (ingresso libero, live anche su Youtube) si parlerà pure di salute riproduttiva, ricerca scientifica, salute in carcere e disabilità. Per ripartire dai risultati incassati e tracciare le linee di azione futura dell’Associazione.

Dopo i saluti delle istituzioni locali, i lavori prenderanno il via oggi con gli interventi della segretaria nazionale, Filomena Gallo, e del tesoriere Marco Cappato. A seguire due sessioni sulla libertà di ricerca e sui diritti riproduttivi regolati dalla legge 40, a partire dalla campagna “Pma per tutte”. Al centro le iniziative sull’accesso alla procreazione medicalmente assistita, attualmente negato alle donne single, e le testimonianze sulla gravidanza per altri, che è da poco diventata “reato universale”. Quindi le azioni in tema di aborto farmacologico senza ricovero, di cui discuterà Chiara Lalli.

Domenica la sessione dedicata a Laura Santi e al fine vita, con i saluti del parlamentare dem Walter Verini. «Nonostante l’ostilità o l’inerzia dei vertici della politica ufficiale e dei partiti, il 2025 è stato un anno di conquiste e azioni concrete per la libertà di scelta, l’autodeterminazione e il diritto alla salute», si legge nel comunicato dell’iniziativa. Che cita le due leggi regionali sul suicidio assistito approvate dalla Toscana e dalla Sardegna (di cui la prima impugnata dal governo) a partire dalla campagna “Liberi Subito” e delle proposte analoghe depositate in tutte le Regioni, a cui va aggiunta la proposta di legge nazionale in Parlamento per legalizzare l’eutanasia.

Non meno importanti le battaglie giudiziarie che hanno portato a diversi pronunciamenti della Corte Costituzionale, tra cui la sentenza del 2024 sul requisito dei “trattamenti di sostegno vitale”, uno dei quattro requisiti sanciti dalla stessa Consulta per accedere al suicidio assistito.

«La nostra missione è quella di dare voce e volto alle persone rese invisibili dalla ottusità e dalla violenza delle istituzioni ancora di più che dalla malattia o dalla disabilità e di consentire loro di battersi in prima persona - spiegano Gallo e Cappato -. Non aspettiamo che “vengano tempi migliori” per le libertà civili, perché rischierebbero di non arrivare mai. Infatti, in assenza di lotte sociali nonviolente, in grado di imporsi nell’agenda della politica ufficiale, si rischia anche nel nostro Paese, come sta avvenendo negli USA e in altri Paesi formalmente democratici, un arretramento sul piano dei diritti civili».