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Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha avvertito Israele che la situazione in Medio Oriente potrebbe diventare "incontrollabile" se non si fermeranno gli attacchi su Gaza. Parlando in una conferenza stampa a Teheran, il capo della diplomazia iraniano ha lanciato un monito allo Stato ebraico e agli Usa: "Se non fermano immediatamente il crimine contro l'umanità e il genocidio a Gaza, tutto è possibile in qualsiasi momento e la regione andrà fuori controllo". Amir-Abdollahian ha parlato di conseguenze "gravi e amare, con "ripercussioni di vasta portata", sia a livello regionale che per coloro che sostengono la guerra.
Il ministro degli Esteri iraniano ha aggiunto che il sostegno militare degli Stati Uniti a Israele sarebbe la prova che il conflitto in corso a Gaza è "una guerra per procura portata avanti da Israele per conto degli Stati Uniti". Intanto, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, effettuerà domani una visita in Iran. Teheran sostiene sia il movimento islamista sunnita palestinese Hamas, che due settimane fa ha attaccato Israele uccidendo 1.400 persone, sia il partito sciita libanese Hezbollah. Più di 4.600 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime due settimane a Gaza, secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas. Da parte sua, il movimento sciita libanese Hezbollah ha rivendicato oggi di aver attaccato il nord di Israele con "missili guidati e proiettili di artiglieria, provocando pesanti perdite" al momento non confermate dalle Forze di difesa di Israele (Idf).
Finora almeno cinque militari israeliani e un civile sono stati uccisi negli scontri vicino alla blue line, la linea di demarcazione tra Libano e Israele sulla quale dovrebbero teoricamente vigilare i caschi blu della Forze di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil). Hezbollah, invece, ha annunciato la morte di 24 suoi combattenti dall'inizio degli scontri.
Di tutta risposta il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto visita alle truppe nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano. "Combattiamo una battaglia per le nostre vite. Una battaglia per la nostra casa, questa non e' un'esagerazione, questa è la guerra. Si tratta di agire o morire", ha detto Netanyahu, avvertendo il "Partito di Dio" libanese. "Commetteranno l'errore più grande della loro vita. E noi li colpiremo con una forza inimmaginabile. Significhera' la devastazione per loro e per lo Stato del Libano", ha detto il premier. Da parte sua, Hezbollah si è dichiarato "pienamente pronto a combattere contro Israele". Israele, peraltro, ha ordinato l'evacuazione di decine di comunità del nord dove risiederebbero anche alcuni cittadini italiani.