Hanno fatto causa allo Stato del Missouri per le vessazioni che riserva alle donne che vogliono abortire, un diritto stabilito dalla legge ma ostacolato in ogni modo dai poteri pubblici. A cominciare dai dépliant di “consenso informato” che abbondano nei reparti di ginecologia di ogni ospedale in cui è scritto che «la vita inizia dal concepimento» e che «abortire vuol dire uccidere un individuo». Dépliant che sei obbligata a leggere. O dagli umilianti colloqui con medici e infermieri, concepiti al solo scopo di dissuadere e colpevolizzare la donna. Colloqui che sei obbligata a sopportare. Non stiamo parlando della battaglia di un’associazione femminista o di una Ong per i diritti civili come ce ne sono tante negli Stati Uniti, ma delll’iniziativa del sulfureo Satanic Temple, seconda organizzazione satanista americana ( dopo la Curch of Satana fondata dal musicista ed esoterista Anton La-Vey nel ‘ 66) che conta 50mila tra iscritti e simpatizzanti ed è in costante ascesa dalla recente fondazione, nel 2013: «Forzare una donna a leggere testi antiabortisti in un momento così difficile della sua vita va contro ogni nostra convinzione, il corpo degli individui deve essere inviolabile», spiega l’avvocato del gruppo James Mac Naughton.

A denunciare le autorità del Missouri una giovane militante, Mary Doe, scioccata dalle pressioni dei funzionari sanitari per non farle interrompere la gravidanza, pressioni ai limiti della molestia psicologica. Se la denuncia è stata rigettata in primo grado, i legali del Satanic Temple potranno far valere le proprie ragioni nel processo di appello che si apre domani a Saint Louis.

A dispetto del nome e delle pittoresche inziative che promuove, i principi del Satanic Temple hanno ben poco di demoniaco e disegnano, a loro modo, un curioso patchwork di deismo illuminista, razionalismo liberale e misticismo laico. «Siamo un’organizzazione militante che si batte per la separazione di Stato e chiesa, per la ragione e la scienza, per la libertà riproduttiva, per l’uguaglianza tra uomini e donne e per l’empatia e il rispetto tra gli esseri umani», spiega tra il serio e il divertito il portavoce Lucien Greaves. Giocare con le parole, rovesciare i simboli, capovolgere i rituali è una costante del Satanic Temple, sempre sul filo della provocazione e guidati da un’ironia sferzante che, ad esempio, li porta a codificare il matrimonio gay come «un importante sacramento satanista» o a chiamare i loro incontri «messe rosa».

E il diavolo? «Un’astrazione letteraria» come ha sempre professato l’enigmatico fondatore Malcolm Jarry, un ebreo secolarizzato per il quale il satanismo non è una religione, ma una condizione intellettuale, «un po’ come il buddismo che convive con il pensiero razionale». Nessuno ha mai visto Jarry, in rete circola una sua immagine sfocata di cui non si ha certezza, ma dai suoi scritti emerge un profilo sofisticato, un’intellettuale che disserta sulla «coesistenza tra satanismo ed ebraismo» e che paragona i pregiudizi nei confronti dei satanisti a quelli che «hanno colpito gli ebrei nel corso di tutta la loro storia».

Nessuna credenza in esseri soprannaturali o nell’aldilà, nessuna idolatria pagana, nessun folklore da b- movie o paccottiglia death metal da adolescenti attardati, il Satanic Temple intreccia i simboli in modo raffinato e si fa conoscere con iniziative surreali, come «l’adozione» di un’autostrada intorno a New York, i cicli di conferenze chiamati «panico satanico» o addirittura la costruzione di una statua raffigurante il Baphomet, creatura alata con la testa di capro, demone esoterico e androgino nel centro di Detroit. Insomma, tra i satanico e il satirico.

La sede del Satanic Temple sorge a Salem, Massachussetts, che nel 1692 fu teatro di uno dei più celebri processi per stregoneria della storia: quasi 400 persone accusate, 150 arresti, 20 condanne a morte, un intreccio di piscosi collettiva, superstizione e vendette si impossessò della comunità puritana del New England dando vita a quel sinistro “crogiuolo” messo in scena da Arthur Miller nel suo celebre dramma teatrale scritto in pieno furore maccartista. «Scegliere Salem, questa città conosciuta nel mondo per la caccia alle streghe per noi che predichiamo libertà e tolleranza è stata una scelta logica e di cui andiamo fieri», conclude Greaves.