ALMENO TRECENTO I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI ARRESTATI DAL REGIME DI PECHINO

L’Unione Europea chiede alla Cina il rispetto delle leggi internazionali nei confronti degli avvocati che tutelano i diritti umani. La portavoce per gli Affari Esterni, Nabila Massral ha chiesto il rilascio «immediato di Li Yuhan e di altri legali per i diritti umani detenuti e condannati, tra cui Yu Wensheng, Huang Qi, Ge Jueping, Qin Yongmin, Gao Zhisheng, Ilham Tohti, Tashi Wangchuk, Wu Gan e Liu Feiyue». Per l’Alto rappresentanten Josep Borrel la Cina ha il dovere di «rispettare le leggi internazionali che accordano agli imputati il diritto di essere assistiti da un avvocato di loro scelta, nonché a un giusto processo». Borrel ha sollevato il caso di Li Yuhan l’avvocata che si trova in un carcere cinese dal 2017 quando fu arrestata con l’accusa di minaccia per la sicurezza pubblica. Li Yuhan è stata sottoposta a torture e non ha ricevuto assistenza medica. La persecuzione è dovuta al suo lavoro per il “gruppo 709”. Il nome con il quale viene indicato l’obiettivo della repressione contro i legali per i diritti umani, un giro di vite che ha portato fino ad ora all’arresto di almeno 300 persone. Nel 2015 le autorità hanno dato il via a una campagna di arresti, l’accusa sempre la stessa: alcuni sono tornati in libertà dopo esser stati torturati e costretti ad autodenunce farsa in diretta televisiva. Di altri non si hanno notizie da tempo, come nel caso di Wang Quanzhang. Uno dei casi più noti è quello che ha coinvolto lo studio Fengrui di Pechino. Qui il gruppo di legali che vi lavoravano, tra cui proprio lo scomparso Wang Quanzhang, si sono impegnati in molti casi importanti come quello dell'artista dissidente Ai Weiwei, dell’attivista Chen Guangcheng, dell'avvocato Gao Zhisheng e dell'intellettuale dell’intellettuale uiguro Ilham Tohti.

L’ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI DELL’UNIONE EUROPEA, JOSEP BORRELL