Alexei Navalny, dissidente russo morto di recente, sarebbe stato «avvelenato lentamente nella colonia penale» dove era detenuto. Lo sostiene la sua avvocata, Olga Mikhailova, affermando che Navalny ad aprile dello scorso anno le disse: «Senti, ho paura di sembrare paranoico, ma sembra che qui mi stiano lentamente avvelenando». Mikhailova ha dichiarato di essere stata condanna al carcere proprio a causa di una conversazione intercettata con Navalny nella colonia, durante la quale il politico ha espresso le sue preoccupazioni. 

L’incontro di Putin con l’ex patron del Chelsea

Lo scorso 16 febbraio, circa quattro ore prima dell'annuncio della morte di Aleksei Navalny, Vladimir Putin aveva incontrato il miliardario Roman Abramovich, per discutere con lui dei dettagli dell'accordo per lo scambio del dissidente e di due americani in carcere in Russia per il russo Vadim Krasikov, detenuto in Germania, rende noto il sito di giornalismo investigativo Agentsvo, citando fonti bene informate, dopo che già il team di Navalny aveva denunciato che la morte era avvenuta poche ore dopo che l'accordo era stato finalizzato.

Agentsvo conferma che Mosca era d'accordo al rilascio di Navalny, il giornalista Evan Gershkovich e l'ex marine Paul Whelan, e la Germania a rilasciare Krasikov. Secondo un'altra fonte, sarebbe rientrato nell'accordo anche l'imprenditore russo Vladislav Klyushin, condannato a nove anni di carcere lo scorso anno per intrusioni iinformatiche. «Dopo aver preso atto che l'Occidente era pronto a rilasciare Krasikov, Putin ha ordinato a freddo l'uccisione di Navalny», ha detto una delle fonti di Agentsvo.