Il Bundesgerichtshof, la Cassazione tedesca, si occupa di Edward Snowden, proprio mentre nelle sale italiane esce il film a lui dedicato, firmato da Oliver Stone. La vicenda del trentatreenne analista della National Security Agency (NSA), era già stata raccontata nel meraviglioso documentario, premio Oscar,  Citizenfour di Laura Poitras. La pellicola non si limitava a ricostruire la vicenda di Snowden, bensì ne documentava in diretta lo svolgimento, poiché proprio a questa regista che il giovane si era rivolto quando decise di diventare un Whistleblower, ossia di denunciare pubblicamente il sistema di spionaggio informatico perpetrato dal governo statunitense.Mentre negli Usa pendono su Snowden pesanti imputazioni, anche la Cassazione tedesca ha affrontato il suo caso, ma da un'altra prospettiva. Dopo lo scandalo Datagate, che ha portato alla luce anche uno spionaggio statunitense nei confronti della Cancelliera Angela Merkel, il Parlamento tedesco ha infatti istituito una Commissione d'inchiesta, che ha disposto, nel 2014, l'assunzione della testimonianza di Snowden. Tuttavia il governo non ha mai ottemperato alla citazione dello stesso e ad assicurare le garanzie per la sua permanenza in Germania. Fra le motivazioni addotte vi era anche la prevalenza dei rapporti politici e diplomatici con gli Stati Uniti, a fronte di una specifica richiesta di estradizione americana. I partiti di minoranza della Commissione avevano già presentato ricorso al Tribunale Costituzionale, lamentando una violazione delle garanzie costituzionali per le commissioni d'inchiesta ed era stato lo stesso Tribunale Costituzionale - nel dichiarare inammissibile il ricorso - ad indicare la necessità di adire il Giudice istruttore della Cassazione, cui la legge tedesca assegna una competenza su questioni procedurali relative mezzi di prova richiesti da tali commissioni.La Cassazione, con sentenza dell'11 novembre, ha dunque affermato l'obbligo - vista l'assenza di motivazioni legali contrarie - di dare esecuzione alla richiesta della Commissione di assumere la testimonianza di Snowden a Berlino. A garantirlo sarà necessario ora un provvedimento della maggioranza della Commissione e poi del governo, che ora non ha più appigli giudidici per procrastinare l'arrivo in Germania del Whistleblower. Abbiamo chiesto all'avvocato Wolfgang Kaleck, noto penalista e difensore di Snowden, il significato di questa decisione.Avvocato Kaleck, perché è così importante per Snowden testimoniare a Berlino?Perché possiede una conoscenza unica dell'intero meccanismo di sorveglianza di massa e quindi, in qualità di teste o di esperto, può metterlo a disposizione dell'opinione pubblica tedesca.Fra le obiezioni del governo tedesco vi era quella di non poter garantire la sicurezza di Snowden e di doverlo estradare negli Stati Uniti. E' davvero così?No. Snowden non può essere estradato né dalla Germania né da altri paesi, perché è imputato di delitti contenuti nell'Espionage Act. Si tratta di delitti tradizionalmente aventi carattere politico, il che esclude, in Germania come in molti altri Paesi, la possibilità di estradizione. Abbiamo già raccolto molti pareri legali e tutti i giuristi più importanti condividono la nostra opinione.Tutto ciò può avere un'influenza sul procedimento negli Usa?Non credo. Tuttavia sarebbe positivo se gli Stati europei si occupassero di Snowden e, a partire da lui, iniziassero a pensare seriamente alla tutela dei Whistleblower, invece di svegliarsi improvvisamente solo quando questi vengono da stati ostili come la Russia o la Cina.Sarà dunque interessante vedere ora cosa farà il governo tedesco. Se rifiutasse nuovamente, il provvedimento negativo potrebbe forse legittimare questa volta un ricorso al Tribunale Costituzionale. Ad ogni modo, fa notare l'Avv. Kaleck, sul piano politico per il governo ciò vorrebbe dire affermare pubblicamente che la tutela dell'intelligence straniera è più importante di un'indagine su un sistema di sorveglianza di massa, che riguarda anche i cittadini tedeschi. Vedremo poi come su questo incideranno, da gennaio, i mutati rapporti Berlino-Washington con la presidenza Trump.