La Cassazione ha annullato senza rinvio la gran parte dei provvedimenti di sequestro preventivo di beni nei confronti di Massimo Cellino, presidente del Brescia calcio, nell’ambito di una inchiesta su illeciti fiscali attraverso localizzazioni fittizie di società all'estero.

A luglio scorso il tribunale del Riesame di Brescia aveva confermato una decisione del febbraio 2022 sempre della Suprema Corte, ribadendo il sequestro dell'intero patrimonio familiare, per 59 milioni di euro, e di tutto il gruppo societario del presidente della squadra lombarda. Sotto amministrazione giudiziaria erano finiti immobili e società compreso il Brescia Calcio.

Per le motivazioni che hanno portato alla decisione di annullamento di tutti i sequestri, a eccezione del milione di euro per un capo di imputazione relativo a società inglese di Cellino che dovrà essere rivalutato dal tribunale di Brescia, si dovrà attendere.

Intanto il ricorso presentato dal team legale composto da Astolfo e Alessio Di Amato di Roma, dagli avvocati Fabio Cagnola di Milano, Giorgio Altieri e Ida Blasi di Tonucci & Partners di Roma e Luca Bonavitacola di Brescia, segna un «importante» risultato. «E' da quasi due anni che lavoriamo quasi esclusivamente a questa indagine. La difesa non ha mai cessato di essere accanto al presidente Cellino e alla sua famiglia», spiega Altieri, legale di fiducia del cagliaritano Cellino che già a metà degli anni 2000 ottenne l'annullamento delle sanzioni di oltre 400 miliardi di lire per la vicenda delle esportazioni Sem e che, più di recente, ha ottenuto il proscioglimento del patron del Brescia nel processo di primo grado sullo stadio Is Arenas a Cagliari.