Sconfessata per tre volte. E quella di ieri è senza dubbio la bocciatura più drammatica per Theresa May che incassa il no della Camera dei comuni al suo accordo di Brexit con lUnione europea, trascinando la Gran Bretagna nel caos. Con 384 no e 286 i deputati britannici rigettano per sempre laccordo della premier che, per farlo digerire ai comuni aveva messo sul piatto le sue dimissioni. Una mossa che aveva spinto diversi suoi oppositori interni, su tutti lex ministro degli Esteri, leuroscettico Boris Johnson, ad accettare il deal per di sbarazzarsi di lei. Ma non è bastato; decisiva lopposizione dei deputati unionisti dellIrlanda del nord preoccupati da una possibile la separazione dellUlster dalla Gran Bretagna se fosse attuata lintesa con Bruxelles. «È una decisione che avrà conseguenze molto gravi» ha detto una May decisamente sfibrata dallimpossibile cammino del Regno verso la Brexit che però ha accusato i deputati di non avere preparato nessun piano b e di trascinare così il Paese verso il baratro di un divorzio senza alcun paracadute. Se May ritiene che la partecipazione della Gran Bretagna alle prossime elezioni europee sia «ormai quasi certa», non la pensano così a Bruxelles dove si preparano a un più probabile scenario di no deal.Per questo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato un vertice straordinario il prossimo 10 aprile per affrontare il drammatico dossier della Brexit. In tal senso la prima data utile per il no deal potrebbe essere il 12 aprile, termine che in precedenza costituiva il limite massimo entro cui Londra doveva presentare unalternativa allaccordo o addirittura chiedere unulteriore proroga dellArticolo 50. «Che la Gran Bretagna lasci lUe senza unintesa alla mezzanotte del 12 aprile è lipotesi attualmente più probabile», diceva ieri una fonte della Commissione.Una posizione molto dura quella dellUe che da mesi dice di non essere disposta più a negoziare alcunché con la Gran Bretagna. Ma non è impossibile che nei prossimi giorni venga aperta unennesima linea di credito alla May per ricercare unalternativa. Ne ad esempio convinto il premier irlandese Leo Varadkar per il quale «alla fine lUnione sarà generosa e comprensiva di fronte a un richiesta britannica di rinvio e a un cambiamento di apporccio rispetto alla stessa Brexit».Di fronte allennesima disfatta della May il leader dellopposizione laburista Jeremy Corbyn ha chiesto ancora una volta e con ancora più decisione le immediate dimissioni della premier e la convocazione di elezioni anticipate: «Se ne vada subito per il bene del paese e andiamo al voto: la Camera è stata chiara questo accordo deve cambiare»