Una studentessa iraniana sarebbe stata picchiata a morte in classe per essersi rifiutata di cantare un inno a favore della Repubblica islamica. Lo ha denunciato su Telegram il Consiglio di coordinamento dei sindacati degli insegnanti in Iran, secondo cui la vittima, la 16enne Asra Panahi, sarebbe stata picchiata insieme a diverse compagne di classe dalle forze di sicurezza durante un blitz effettuato il 13 ottobre al liceo femminile Shahed di Ardabil, nel nord-ovest dell’Iran, mentre non si placano le proteste antigovernative a livello nazionale scatenate dalla morte di Mahsa Amini. Secondo la fonte, diverse ragazze sono state ricoverate in ospedale a seguito del blitz e un certo numero sono state arrestate. Asra sarebbe morta per le ferite riportate. Le autorità iraniane hanno negato ogni responsabilità e successivamente un uomo, identificato come lo zio della 16enne, è apparso sulla tv di Stato affermando che la nipote sarebbe morta per una patologia cardiaca congenita. Per l’ong con sede a Oslo Iran Human Rights finora sono 215, tra cui 27 minorenni, le persone morte nella brutale repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza.

Elnaz Rekabi, l'atleta che ha gareggiato senza velo, ricompare sui social: «Non è stato intenzionale»

Nel frattempo su Instagram compare un misterioso messaggio in cui Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che ha gareggiato ai Campionati asiatici di arrampicata sportiva a Seul in Corea del Sud senza velo, si scusa per l’accaduto. «Mi scuso per le preoccupazioni che ho creato», ha detto spiegando che quella di non indossare il velo è stata una mancanza «non intenzionale» dovuta al «tempismo improprio» con il quale è stata chiamata ad effettuare la sua prova. L’atleta ha poi confermato di stare tornando in Iran con la squadra «secondo il programma prestabilito». Il messaggio giunge dopo che erano circolate sui media voci di una presunta scomparsa della giovane atleta all'indomani della gara. Ma secondo il sito di notizie Iran Wire,  l'atleta verrà trasferita direttamente dall’aeroporto internazionale di Teheran alla prigione di Evin una volta atterrata.