«Personalmente non vedo profili di criticità o dubbi interpretativi nella nuova disciplina sulle intercettazioni telefoniche». Il procuratore di Velletri Francesco Prete interviene sulla riforma che, approvata lo scorso dicembre, entrerà in vigore il prossimo 11 luglio, e a differenza di diversi suoi colleghi è favorevole.

Molti magistrati infatti hanno manifestato in queste settimane il loro dissenso. Fra i punti più controversi, la mancata fornitura degli archivi informatici agli uffici, l’assenza di software gestionali adeguati, le difficoltà logistiche nel reperire spazi dove installare gli archivi, la necessità di chiarire le modalità di archiviazione delle conversazioni e quelle di accesso da parte degli avvocati.

Procuratore, il suo collega di Milano Francesco Greco si è dichiarato poco “entusiasta” della riforma delle intercettazioni telefoniche, anzi, è preoccupato per la sua corretta applicazione. Unicost, la corrente al momento più rappresentativa della magistratura, tramite la segreteria milanese ha chiesto ufficialmente un differimento dell’entrata in vigore delle nuove norme. Lei però ha un’opinione diversa. Su questo aspetto, credo, ci sia da fare una riflessione approfondita. Una riforma delle intercettazioni era attesa da anni. Si sentiva l’esigenza di prevedere delle regole a tutela della riservatezza delle persone, soprattutto quelle estranee alle indagini. Il tutto senza ridimensionare questo importante strumento investigativo.

Nessun ' bavaglio' come dicono in tanti? Guardi che tutti gli operatori del diritto erano impegnati ad arginare le distorsioni della cronaca giudiziaria. Per prime le Procure, spesso sospettate di favorire la diffusione ai giornali di notizie irrilevanti e lesive. Lo stesso Consiglio superiore della magistratura, con una delibera del 2016, aveva raccomandato agli uffici giudiziari un accorto uso di questo mezzo di ricerca della prova particolarmente invasivo.

Come spiega allora queste perplessità? Ci sono dei ritardi sulle forniture delle dotazioni informatiche da parte del Ministero della Giustizia. Però bisogna andare avanti lo stesso in questi mesi che mancano all’entrata in vigore della nuova disciplina. Ieri in Procura a Velletri è venuto il geometra, e stiamo attrezzando un locale idoneo dove gli avvocati potranno procedere all’ascolto. Sono previste circa dieci postazioni.

E quello che è stato definito lo “strapotere valutativo della polizia giudiziaria” di trascrivere le intercettazioni ritenute rilevanti ai fini delle indagini, come ha detto il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte? Su questo aspetto si sta creando confusione.

Può spiegarci? Bisogna essere chiari: il pm non procede agli ascolti, non si mette le cuffie, delega questa operazione alla polizia giudiziaria. Sarebbe impossibile per lui con le migliaia di intercettazioni che normalmente vengono effettuate.

Quindi? E quindi già adesso, con la norma attuale, se la pg omette di trascrivere una telefonata perché la ritiene non utile alle indagini questa al più compare numerata nei cd “brogliacci”, ma di certo il pm non va ad ascoltarla e non ne ha contezza.

Vuol dire che non cambia nulla? Di fatto sì. Solo che ora nel fascicolo processuale finiva di tutto. Il pm faceva copia ed incolla del materiale della pg. Adesso non sarà più possibile. Ci sarà una maggiore selezione delle telefonate.

Come cambia il rapporto pg/ pm? Se la pg avrà dei dubbi sulle telefonate da trascrivere, potrà informare il pm con un atto formale. Questi sarà chiamato a decidere se autorizzare o meno l’inserimento della telefonata. Indubbiamente ciò può appesantire la procedura. Però rimarrà traccia di questa interlocuzione.

Una ultima domanda. Gli avvocati saranno penalizzati? La norma affida la direzione e la sorveglianza dell’archivio riservato al procuratore della Repubblica. Concluse le operazioni di ascolto e depositato del materiale, i difensori potranno ascoltare le telefonate ma non estrarne copia o registrarle. Mi aspetto collaborazione da parte di tutti.