Baltasar Garzón - famoso per aver fatto arrestare nel 1998 l’ex dittatore cileno Augusto Pinochet, per aver riaperto processi contro la violazione dei diritti umani compiuti durante il regime militare in Argentina, per le sue inchieste sul narcotraffico e sull’Eta - è stato interdetto nel 2012 per 11 anni dalla magistratura per aver intercettato illegalmente nel 2009 colloqui in carcere tra avvocati e loro assistiti.

La sentenza nei suoi confronti fu votata all’unanimità dai giudici del Tribunale supremo che definirono la decisione di intercettare i colloqui con gli avvocati una pratica ' da regime totalitario'.

Gli intercettati erano implicati nel dossier Gürtel, un caso di corruzione che ha coinvolto il Partito popolare spagnolo. Garzón sospettava che nei colloqui si parlasse di come riciclare denaro proveniente da tangenti. La destra spagnola lo ha sempre accusato di smanie di protagonismo e di avere giocato di sponda, come magistrato, col governo socialista di José Luis Zapatero.

L’attuale premier Mariano Rajoy, del Partito popolare, parlò di un ' uso politico della giustizia' e fece sapere che Garzón, mentre accusava i popolari, era andato a caccia con l’allora ministro della giustizia, il socialista Mariano Bermejo, poi dimessosi.

L’ordine di Garzón di far registrare i colloqui in carcere fra i presunti capi della trama e i loro difensori, procedura autorizzata in Spagna solo per i casi di terrorismo, era avvenuto, secondo la sua difesa, con l’avallo del giudice Antonio Pedreira del Tribunale superiore di Madrid, che poi prorogò l’autorizzazione alle intercettazioni quando prese il posto di Garzón nell’istruzione del caso Gürtel. A differenza di Garzón, nessun provvedimento ha subito il giudice Pedreira per questo. L’avvocato di Garzón chiese al Tribunale supremo di poter portare a deporre Pedreira e due pm anticorruzione che avevano approvato la decisione di intercettare. Richiesta respinta. Nel maggio del 2012 l’associazione Medel, che raggruppa 15.000 magistrati europei, chiese l’indulto per Garzón definendo la pena inflittagli “di una severità sproporzionata”. L’indulto non fu concesso.