Nella notte le sirene antiaeree hanno suonato in diverse città, comprese la capitale Kiev e Odessa, lo strategico porto sul Mar Nero. I riflettori sono però tutti puntati sul Donbass, dove la grande offensiva annunciata da Mosca «è già iniziata», ha riferito Vadym Denysenko, consigliere del ministro degli Interni ucraino. «I russi stanno accumulando le loro forze», ha spiegato Denysenko, «continuano a ridistribuire le loro truppe e le loro attrezzature nelle regioni di Donetsk e Lugansk». «Non ci sono ancora le grandi battaglie di cui si parla così tanto in questi giorni, ma in generale potremmo dire che l’offensiva è già iniziata», ha aggiunto il funzionario. Il leader filorusso dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denish Pushilin, ha annunciato l’«intensificazione» della battaglia contro le forze ucraine nella regione e «l’identificazione delle aree in cui alcuni passi devono essere accelerati». Secondo l’intelligence britannica, le forze russe continuano a bombardare le regioni di Donetsk e Lugansk ma le forze ucraine hanno respinto diversi assalti, distruggendo carri armati, veicoli e pezzi d’artiglieria. L’obiettivo dichiarato di Mosca e ottenere il controllo completo delle due regioni già in parte in mano ai separatisti. Nel distretto di Izyum, nella regione orientale di Kharkiv a Nord del Lugansk, Mosca ha rivendicato la conquista dell’insediamento di Kamyanka, «una delle linee di difesa più fortificate delle forze armate ucraine». I difensori di Mariupol, intanto, si preparano all’ultima battaglia. «Le nostre munizioni stanno finendo. Sarà la morte per alcuni di noi e la prigionia per altri», ha scritto su Facebook la 36a Brigata Marina separata intitolata al contrammiraglio Mikhail Bilinsky, parte delle Forze armate ucraine. «Stiamo lentamente scomparendo», si legge nell’appello agli ucraini, «non sappiamo cosa accadrà, ma vi chiediamo davvero di ricordarci con una parola gentile. Per più di un mese abbiamo combattuto senza rifornimenti di munizioni, senza cibo, senza acqua, facendo il possibile e l’impossibile». In oltre 40 giorni di assedio e intensi combattimenti, «il nemico gradualmente ci ha respinto, ci ha circondato e ora sta cercando di distruggerci», spiega la Brigata, deplorando la mancanza di aiuto dal comando dell’esercito e dal presidente Volodymyr Zelensky: «Ci sono state solo promesse non mantenute».

Il cancelliere austriaco a Mosca: «Non è stato un incontro amichevole»

«Il mio messaggio più importante a Putin è stato che questa guerra deve finalmente finire, perché in una guerra ci sono solo perdenti da entrambe le parti». Lo ha detto il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, dopo avere incontrato il presidente russo Vladimir Putin a Mosca. Nehammer ha detto di avere mandato a Putin «un segnale chiaro», che «questa guerra deve finire». L’incontro è stato «molto duro», «molto aperto» e «molto diretto», «non una visita amichevole», ha riferito il cancelliere austriaco. Nehammer ha sottolineato che per lui si trattava di «un dovere» perché non voleva «lasciare niente di intentato» per provare ad arrivare a una cessazione delle ostilità o almeno a un progresso umanitario per la popolazione civile in Ucraina. «Non c’è alternativa a cercare un dialogo diretto con la Russia, nonostante tutte le differenze», ha detto. Secondo il giornale austriaco Kronen Zeitung, l’incontro fra i due è durato circa 90 minuti, di cui circa 75 di effettiva conversazione. Il faccia a faccia si è svolto si è svolto presso la residenza del presidente russo a Novo-Ogaryovo nel distretto Odintsovsky all’interno dell’Oblast di Mosca non distante dall’autostrada Rublyovo-Uspenskoye a ovest rispetto al centro della capitale russa. Al colloquio erano presenti solo i due interpreti. Non ci sono state strette di mano né foto ufficiali dell’incontro, secondo il Kronen Zeitung per timore che le foto potessero essere utilizzate a scopo di propaganda da parte di Mosca.

I separatisti filorussi: «Conquistato il porto di Mariupol»

Le milizie separatiste filorusse hanno conquistato l’intera area del porto di Mariupol, ultimo avamposto dei difensori della città portuale insieme all’acciaieria Azovstal. Lo ha annunciato Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata repubblica del Donetsk, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. «Per quanto riguarda il porto di Mariupol, è già sotto il nostro controllo», ha dichiarato Pushilin. Da parte sua, il rappresentante dell’esercito separatista, Eduard Basurin, citato dall’agenzia di stampa Ria-Novosti, ha affermato che gli ultimi difensori ucraini sono ora concentrati nelle fabbriche Azovstal e Azovmach. Basurin aveva detto in mattinata che l’80% dell’area portuale era stata conquistata. Per più di un mese, l’esercito russo e i separatisti del Donetsk hanno assediato Mariupol, dove hanno incontrato una feroce resistenza nonostante i pesanti bombardamenti e una situazione umanitaria catastrofica. Nell’enorme complesso metallurgico Azovstal, che dà accesso al porto di Mariupol, stanno ancora combattendo «tra i 1.500 e i 3.000» difensori, ha stimato il leader separatista. Ma per il capo dell’esercito ucraino, Valery Zaluzhny, «il collegamento con le unità delle forze di difesa che presiedono eroicamente la città di Mariupol è stabile». «Lo svolgimento delle operazioni di difesa non è un argomento di discussione pubblica», ha dichiarato sui sociale Zaluzhny rilanciato dall’agenzia ucraina Unian, ma senza voler commentare la notizia. Il comandante in capo ha aggiunto che l’esercito sta facendo «tutto il possibile e l’impossibile per vincere e salvare la vita del personale e dei civili in tutte le direzioni».